Via Palazzuolo, il quartiere in diretta

In onda da qui al vinaino la resistenza della microtv

di Claudia Riconda

Fino al vinaino sull'angolo, poi addio. Giù al negozio di biciclette, sei metri più su, gli anelli si insabbiano, alla ferramenta quasi spariscono, e a Porta a Prato non si acchiappano proprio più. E' corto il braccio della microtv di strada di via Palazzuolo, eppure armatissimo : duecento metri e un'antenna da due lire piantata sul tetto bastano per tenere in scacco i moloch della tv commerciale. Sono cinque anni che i geniali e sdruciti kamikaze di "Anelli Mancanti Tv", la prima telestreet fiorentina, irrompono nelle case del quartiere di San Paolino. Vita vera facce storie interviste documentari sociali contro idiozia televisiva e reality show: potenzialmente un massacro, realisticamente un'agguerrita resistenza. Si va in onda quando capita, spesso il lunedì sera, altre volte mai, quando si può, quando i salti per trovare i soldi sono meno mortali, quando si ritaglia il tempo da altri lavori per montare le interviste fatte in strada. Si vive alla giornata, per quel microcosmo di trecento famiglie di via Palazzuolo, comprese tra la bottega dei panini egiziani di Amon e il vinaio all'angolo con via dell'Albero, che si sintonizzano sul canale Uhf 60 (un cono d'ombra scovato negli anfratti dell'etere, una frequenza inutilizzabile per motivi tecnici dal legittimo proprietario, in cui la telestreet si intrufola) e vedono loro stessi, il loro quartiere, trasmessi in tv. Spesso per avvertirli serve uscire col megafono e urlare alle finestre: "Tra cinque minuti si comincia, sintonizzatevi!". Di megafoni, in redazione, ce ne sono due. Più che un ufficio, questo in via Palazzuolo 8 dove ha sede l'associazione Anelli Mancanti che da dieci anni si occupa di assistere i migranti, è un covo di guerriglieri audiovisivi: sedie sfondate, cicche, gente che strimpella la chiatarra nella stanza accanto, via vai di immigrati che fanno lezione di italiano, computer approssimativi, grovigli di microfoni, sul tetto un'antenna quasi artigianale. "Quando abbiamo cominciato non sapevamo neanche tenere in mano la telecamera, anzi la telecamera non ce l'avevamo proprio" dice Marco Dalmessico, 28 anni, studente di psicologia, che fa parte della redazione "mancante" insieme ad Arturo, Lucia, Federico, Jorgos e gli altri anelli, tutti volontari, fra i 25 e i 35 anni, studenti, precari, educatori. In questi cinque anni, che da ieri sera (e anche stasera) si festeggiano in piazza San Paolino con musica e cena popolare, gli anelli non hanno mai smesso di produrre idee originali e di essere quello che il loro stesso nome rivendica: anelli che coprono una distanza, la mano allungata verso realtà altrimenti ignorate e a rischio deriva, in un quartiere dove vecchio e nuovo cercano una convivenza, storici abitanti fiorentini e giovani immigrati, famiglie africane e phone center. Proprio la trasformazione di Palazzuolo e dintorni è uno degli argomenti piu' trattati dalla tv portatile, insieme ad altri colpi d'ala partoriti dagli anelli, tipo "Soprammobile tv" che risponde alle richieste del singolo abitante: due ore in cui sul canale vanno in onda le immagini di un acquario con i pesci o di un caminetto acceso o del mare, o addirittura il retro della parete del salotto su cui si appoggia la tv cosi' da farla "scomparire" una volta accesa. Come dire: meglio una tv soprammobile di uno scatolone che trasmette solo pubblicità e programmi per babbei. Altra idea in lavorazione è l'Abbecedario, un luogo di Firenze per ogni lettera alfabetica: lo si fotografa nel tempo, tipo il Palagiustizia di Novoli, e poi si trasmetteranno in tv le cartoline in movimento. Stasera, per il compleanno, il quartiere scenderà in piazza San Paolino, per una volta senza macchine: documentari, pizzica salentina e Bobo Rondelli, ci sarà anche la Corto Mobile, il cinema più piccolo del mondo. Cibo e pentoloni si portano dal tinello. Chi non vuol scendere, la festa se la vedrà in tv.

da "La Repubblica" Ed. Firenze, 14/7/2007

 

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