Canale dei Bambini

Viale Cadorna 44 - Firenze
Canale di trasmissione : 44 UHF
Concessionaria pubblicitaria : MF JANOVITZ - Firenze

 

 I PROGRAMMI  

TRASMISSIONI SPORTIVE

Una foto del cameraman Lorini scattata durante il meeting di atletica leggera allo stadio comunale di Firenze.

Bisogna fare innanzitutto una premessa prima di cominciare a parlare delle trasmissioni sportive. Il CANALE DEI BAMBINI (poi TELEREGIONE) era una delle pochissime emittenti locali che dedicavano molto spazio agli sport in particolare modo a quelli denominati “minori” quali il basket, il tiro con l’arco, il go-kart, lo judo la palla a nuoto, il ciclismo, il rugby, il podismo, l’atletica leggera, il pugilato, e il calcio di serie B e C. Tutto ciò comportava un costo di realizzazione non indifferente poiché seguivamo puntualmente molti eventi sportivi in tutta la Toscana.

Molti incontri erano trasmessi in diretta come il basket di serie “C” dal palazzetto dell’I.T.I. la Domenica pomeriggio, il tennis dal C.T. Firenze delle Cascine (il Torneo giovanile “Principe” - dal nome dello sponsor - in Aprile e il Torneo internazionale a Giugno), il meeting di atletica leggera a Giugno allo stadio Comunale di Firenze. Quelli trasmessi in differita erano gli incontri di rugby del “C.U.S. Firenze” dal campo del Padovani a Coverciano, la palla a nuoto con la RARI NANTES FLORENTIA dalla piscina Costoli in questo caso, per gli incontri che si giocavano in trasferta, una troupe televisiva composta da Leonardo Conti e dal cronista Vittorio Betti partiva insieme al pullman della squadra alla volta di Posillipo, Camogli, Bagnasco, Recco, Nervi, Genova e Savona. Tutti questi eventi andavano in onda il pomeriggio della Domenica dalle ore 16,30 fino alle 18,30 nell’ambito della trasmissione “Diretta sport”.

Il basket da Livorno con le partite della Rapident Livorno e da Siena gli incontri con la Sapori Siena tutti effettuati con il furgone mobile di regia e due telecamere, in più seguivamo anche gli incontri di basket delle squadre Olympia e la “Kennedy Ponterosso” di serie “C”. Eravamo in contatto con altre emittenti che seguivano le squadre ospiti alle quali fornivamo una copia delle registrazione dell’incontro che consegnavamo alla squadra ospite stessa. Lo stesso accadeva quando le squadre da noi seguite andavano a giocare in trasferta. Queste trasmissioni andavano in onda la sera del Lunedì alle ore 23,15.

Per realizzare le riprese delle gare podistiche che si correvano in tutta la Toscana avevamo attrezzato, a tale scopo, due scooter Vespa Piaggio 125PX per seguire meglio le competizioni. Per quanto riguarda il calcio venivano seguiti gli incontri della FIORENTINA con una troupe televisiva posta al bordo del campo. Le emittenti televisive avevano la possibilità, previo accredito, di registrare tutto l’incontro di cui soltanto tre minuti potevano andare in onda in base principio del “diritto di cronaca”, ovviamente venivano trasmesse solo le fasi più salienti.

Per quanto riguarda le squadre di sere B e C, avevamo appuntamenti fissi con la Pistoiese, il Pisa (con servizi di durata di tre minuti per ciascuna), e la Rondinella Marzocco di cui si registrava l’intera partita che si giocava il Sabato pomeriggio allo stadio delle “Due Strade”. Con queste società avevamo instaurato un accordo sulle riprese televisive del tipo di quello fissato con le squadre di basket.

“GIOVEDI’ SPORT” di Vittorio Betti ed Enzo Baldini.

Trasmissione che ha le sue origini fin dall’inizio di CANALE DEI BAMBINI. Andava in onda dalle 20.30 alle 22,00 il Giovedì e al suo interno venivano trasmessi i servizi inerenti al mondo dello sport, in particolare modo a quelli considerati “minori”, che erano stati registrati nei giorni precedenti che si alternavano alle interviste fatte in studio agli ospiti appartenenti alle varie discipline sportive. Generalmente il programma andava in onda in diretta fatto salvo qualche volta registrata per motivi logistici.

“IN BOCCA AI TIFOSI” di Enzo Baldini.

Rubrica della durata di dieci minuti in onda il pomeriggio del Sabato alle ore 18,35 con critiche e suggerimenti da parte di decine di improvvisati “Commissari Tecnici” che si trovavano davanti allo storico “Ateneo” del calcio parlato che era il bar “Marisa” nel Viale Manfredo Fanti a Firenze. Enzo Baldini intervistava e chiedeva le impressioni di come aveva giocato la squadra nell’incontro della Domenica precedente. Spesso all’esterno si sentiva rimbombare la tuonante voce di Mario Ciuffi che era Presidente del coordinamento “viola club” che aveva sede in una delle stanze del bar.

“BASTIAN CONTRARIO” di Paolo Melani e Beppe Chiappella.

Trasmissione condotta in diretta da Paolo Melani, direttore del “Brivido Sportivo” e dal simpaticissimo Beppe Chiappella, ex portiere della Fiorentina. Andava in onda la Domenica dalle ore 20.00 alle ore 20.30. Anche qui si parlava e discuteva della Fiorentina con i commenti a caldo del dopo partita, i telespettatori potevano intervenire per telefono per formulare domande od esprimere critiche e suggerimenti. Trasmissione semplice, frizzante, mai sguaiata, come invece assistiamo spesso oggi. La durata di mezz’ora conferiva al programma una caratteristica nuova per quei tempi nei quali generalmente i programmi non finivano mai. Indubbiamente Chiappella era la colonna della rubrica con la sua simpatia, intelligenza, arguzia e capacità di sedare certe provocazioni che giungevano sia dal pubblico ma anche dallo stesso collega Melani che a volte si lasciava andare nel rispondere ai telespettatori. Il programma andò in onda per due stagioni calcistiche dal 1980 al 1982.

“CALCIO DOMANI “ ideato e condotto da Vincenzo Macilletti.

Trasmissione relativa al mondo del calcio, soprattutto di quello appartenente alla A.C. Fiorentina. Andava in onda il Sabato dalle ore 18,45 alle 19,45. Per un periodo dal 1981 fino al 1982.

Grazie alle amicizie con la famiglia Pontello allora, proprietaria della squadra, Vincenzo Macilletti riusciva ad avere gratuitamente come ospiti i giocatori della Fiorentina. Questo ovviamente suscitava grande invidia da parte delle altre emittenti televisive che per avere tali ospiti dovevano pagare, all’epoca, un cachet di 600 mila lire a giocatore per mezz’ora di trasmissione.

“TUTTOMOTORI” ideato e condotto da Romano Lovari

La trasmissione andava in onda tutti i Martedì dalle ore 23.15 alle 24.00 ed in replica il Mercoledì alle 13,00. In questa rubrica si parlava di tutti gli avvenimenti legati al mondo dei motori dalla formula 2 al Mugello alle gare di motocross a Polcanto, a Ponte a Egola e Montevarchi. Il programma della durata di mezz’ora era semplice poiché non andava in onda in diretta e consisteva nell’intervallare i vari filmati registrati nei giorni precedenti con notizie legate al mondo dei motori, comunque il conduttore riusciva a gestire bene la trasmissione in quanto aveva già un’esperienza acquisita precedentemente presso l’emittente fiorentina “TELE 37” Il programma andò in onda dal 1981 al 1982.

“LOB TENNIS” ideato e condotto da Franco Ligas e Ugo Signorini.

Programma settimanale di tennis in onda tutti i Venerdì dalle ore 18.00 alle 19.00. Alla trasmissione partecipavano, invitati come ospiti, grandi personaggi del mondo del tennis poiché, a quell’epoca, la nostra regione “forniva” un gran numero di ottimi tennisti. Nei periodi coincidenti con i vari tornei (quello di Prato, il Principe in Aprile e quello Internazionale di Maggio al C.T. Firenze) il programma trasmetteva una sintesi degli incontri più salienti. Lob tennis si occupava inoltre della categoria giovanile. Vale la pena di spendere due parole nei confronti del Prof. Ugo Signorini il quale era un artista di fama internazionale poiché aveva realizzato mosaici all’interno della Basilica di San Pietro a Roma ed in altre Chiese importanti.

 

LE DIRETTE TELEVISIVE DAGLI IPPODROMI.

Queste trasmissioni sono state le prime dirette televisive che il CANALE DEI BAMBINI ha mandato in onda. Tre erano gli ippodromi da cui si effettuavano le riprese. Il VISARNO, LE MULINA a Firenze ed il SESANA a Montecatini.

 

“VINCENTE E PIAZZATO” Dirette dagli ippodromi.

Data la frequenza giornaliera delle gare fu deciso che per quanto riguardava il Visarno, un’ora prima dell’inizio delle corse il tecnico andasse ad installare telecamera, microfono, televisore di controllo e trasmettitore a R.F.. L’operazione era semplicissima poiché tutto era già predisposto, corrente elettrica, cavo microfonico e a R.F., ed antenna trasmittente. Non restava che telefonare in sede per chiedere conferma della perfetta ricezione del segnale.

Spesso i commenti erano curati da Luciano Albertazzi, cugino del famoso attore Giorgio, da Franco Ligas o dal sig. Tani che fra l’altro era magazziniere della ditta di Montagni, ma grosso appassionato del mondo dell’ippica. Durante l’intervallo fra una corsa e l’altra venivano intervistati vari personaggi che venivano ad assistere alle gare, come Renzo Montagnani, Enrico Montesano, Mita Medici, Adolfo Celi il regista Franco Tancredi ecc., tutti grandi appassionati del mondo dei cavalli.

Le riprese duravano tutto il pomeriggio dalle 13.30 alle 17.30 del mercoledì e della Domenica per un periodo che andava da Ottobre a Giugno.

Per quanto riguarda Le Mulina, lì era ancora più semplice in quanto bastava solo installare il trasmettitore, un faretto alogeno per l’illuminazione della postazione del cronista ed un microfono perché la telecamera e televisore di controllo (entrambi in Bianco e Nero) erano già sul posto. Per le riprese delle corse prelevavamo il segnale proveniente dall’impianto TV a circuito chiuso dell’ippodromo. Il cronista provvedeva egli stesso a commutare la sorgente del segnale da mandare in onda tramite un selettore.

Il ciclo di trasmissioni si articolavano per un periodo che andava da ottobre a Luglio (in Luglio venivano effettuate le corse in notturna). I commenti erano effettuati da Franco Ligas, Luciano Albertazzi o da Vittorio Betti.

Infine, talvolta, si trasmetteva dall’ippodromo del Sesana in Montecatini. Qui le operazioni di preparazione erano pressoché nulle poiché bastava inviare un cronista, Franco Ligas, che provvedeva solo ad accendere il trasmettitore a R.F. e verificare, tramite telefonata, se il segnale arrivava nella nostra sede a Firenze. Tutto il resto era curato dall’organizzazione interna dell’ippodromo.

Questo genere di trasmissioni andarono in onda per molti anni e riscossero un discreto successo di ascolto a fronte di un basso costo di produzione. Dalla sede dell’emittente a rotazione Vittorio Betti o Franco Ligas coordinavano le varie dirette provenienti dagli ippodromi sopra menzionati, negli intervalli tra una corsa e l’altra venivano raccolte le scommesse, tramite telefonata, relative alla “corsa tris”. I vincitori ricevevano in premio articoli sportivi offerti dagli sponsor oppure biglietti d’ingresso omaggio agli ippodromi offerti dalle agenzie ippiche.

 

CAMPIONATI EUROPEI JUNIORES DI NUOTO E TUFFI con Franco Ligas.

Questo programma andò in onda nel Giugno 1982 in diretta dalla piscina Costoli in Firenze e fu realizzato con lo studio mobile con tre telecamere di cui una portatile. Il torneo durava una settimana e puntualmente tutti i pomeriggi dalle 14.00 alle 17.00 si trasmetteva in diretta i vari eventi oppure si mandavano in onda, dal furgone di regia mobile, le registrazioni eseguite precedentemente. Ho voluto citare questo episodio perché in quella settimana accadde una evento clamoroso. Bisogna sapere che per diventare giornalisti bisogna fare un periodo di “apprendistato” presso una testata giornalistica per un certo determinato tempo ed aver scritto o commentato diverse cronache, in questa fase la qualifica era di “giornalista-pubblicista“.

Questo fatto “disturbava” chi era già giornalista in quanto riteneva che queste nuove leve potessero recare danno alla loro categoria. Fu cosi che nel bel mezzo di una telecronaca di tuffi il giornalista Massimo Bianchi accompagnato da due agenti di Pubblica Sicurezza fece interrompere il commento a Franco Ligas in quanto riteneva che quest’ultimo svolgesse la sua attività illegittimamente in quanto non era ancora appunto giornalista. Ne nacque una accesa discussione dai toni molto accesi poiché Ligas si oppose appellandosi al principio dell’articolo 21 della Costituzione Italiana (quello sul diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero). A questo punto i due agenti non potettero che dar ragione a Ligas e convinsero il Bianchi a desistere dalle intenzioni liberticide che voleva mettere in atto. Questo era un altro esempio di quanto era difficile lavorare nel settore dell’emittenza privata.

 

LE ASTE TELEVISIVE, OVVERO LE TELEVENDITE

Innanzi tutto è necessario premettere che la vendita o la promozione di oggetti per televisione fu un’iniziativa molto redditizia per le finanze delle televisioni private. Con questi programmi si reperiscono considerevoli incassi ad un costo relativamente basso di realizzazione, infatti bastava uno studio televisivo, 2 o 3 telecamere ed al massimo 3 tecnici non necessariamente specializzati. La durata di questo genere di trasmissione andava dall’ora alle tre ore riempiendo così, tra l’altro, il palinsesto dei programmi.

Generalmente andavano in onda in seconda serata (le 22,30) e duravano fino alla mezzanotte e 1/2 circa. Durante lo svolgimento le trasmissioni venivano interrotte dalle fasce pubblicitarie cosicché si veniva a creare un guadagno supplementare causando, ma pochi se ne resero conto, il paradosso della pubblicità che interrompeva la pubblicità.

TELEREGIONE fu una delle primissime emittenti toscane ad effettuare le cosi dette televendite.

Quando la stazione televisiva si chiamava CANALE DEI BAMBINI aveva avuto in passato una forma di pubblicità chiamata REDAZIONALE, che consisteva nella presentazione di attività commerciali della durata di circa 20 minuti nella quale non si faceva specifico riferimento alla vendita del prodotto. Questi filmati costavano al committente circa 900.000 mila lire per la realizzazione e circa 600.000 mila lire ogni volta che andava in onda. Molti furono i “redazionali” che andarono in onda prima su Canale dei bambini (poi Teleregione) come tutti quelli che riguardavano le sfilate di “Pitti Uomo”, “Pitti Donna”, “Pitti Filati”, “Pitti Bimbo” e “Pitti Lingerie”. Questo sistema sopravvive ancora ai nostri giorni ma con tempi televisivi più limitati.

TELEREGIONE aveva nella sua programmazione svariate aste e/o televendite quali:

Il Martedì PLAYQUIZ , CACCIA AL PREZZO, TELEBAZAR

Il Mercoledì MILLE E UNA NOTTE

Il Venerdì, Sabato e la Domenica GRANDE ASTA DI ANTIQUARIATO

“PLAY-SHOPPING” ideato e condotto da Aldo Rami e Gianfranco Gonfalone.

Un ciclo di venti puntate a cavallo degli anni 1980-81, che iniziava alle 22,22 del Martedì fino alle ore 23,40. L’ora di inizio fu scelta dall’ideatore, Aldo Rami, perché restasse meglio impressa nelle menti dei telespettatori così come il nome, che indicava chiaramente i due contenuti principali della trasmissione.

Il programma era suddiviso in due spazi, uno, quello dello “shopping“, era condotto da Gianfranco Gonfalone coadiuvato dalla valletta Gabriella Modesti e consisteva nel presentare prodotti e servizi dei vari sponsor presenti in studio, alternativamente Gonfalone “cedeva la linea” alla “Mansarda” che era posta in un’altra parte dello studio televisivo.

Nella “Mansarda”, la parte “play“, Aldo Rami e il famoso vignettista satirico livornese Alberto Fremura, proponevano quiz da indovinare ai telespettatori. Fremura cominciava all’inizio della trasmissione a disegnare su un pannello un personaggio famoso e dai pochi tratti il pubblico da casa doveva indovinare chi fosse, via via che nessuno indovinava Fremura aggiungeva altri tratti fino a quando poi qualcuno indovinava. Così anche per Aldo Rami il quale invece formulava quiz o indovinelli di vario genere. A chi vinceva veniva dato un premio fornito dagli sponsor presenti nella trasmissione.

Realizzato nello studio 2 con tre telecamere delle quali due fisse ed una portatile. Ciascuna delle ditte che vi partecipavano aveva a disposizione un piccolo stand realizzato in legno compensato variopinto. Venivano effettuati 2 o 3 giri di presentazione durante la serata nei quali il partecipante declama i suoi prodotti.

Da una parte dello studio erano state sistemate le centraliniste telefoniche per la ricezione delle prenotazioni dei prodotti pubblicizzati. La durata era circa di ora e mezza che veniva regolarmente superata. La partecipazione degli sponsor era fissata a cicli di trasmissioni con la società che gestiva la pubblicità.

“CACCIA AL PREZZO” ideato e condotto da Gianfranco Gonfalone.

Il programma fu il proseguimento del precedente Play-shopping, andava in onda sempre alle ore 22,22 del martedì a cavallo degli anni 1981-82 sempre realizzato nello “studio 2” del primo piano. Questa volta la trasmissione era strutturata con delle specie di cabine dentro a ognuna delle quali c’era uno sponsor, quest’ultimo esponeva un oggetto o un servizio, come poteva essere un viaggio, con tre buste numerate. Dentro a una delle quali c’era il vero prezzo dell’oggetto o del servizio proposto. Da casa i telespettatori dovevano indovinare la busta contenente il giusto prezzo. Nella trasmissione venivano anche invitati ospiti dello spettacolo che si intervallavano con i vari sponsor. Questo programma sarà successivamente preso come spunto da Iva Zanicchi per il suo “OK il Prezzo è Giusto”.

“TELEBAZAR” di Raffaele Pisu e Marisa del Frate.

La trasmissione andava in onda il Martedì ed il Giovedì, con replica la Domenica mattina, e, per la prima volta nella storia dell’emittente, realizzata negli studi del centro produzioni televisive C.P.T. di Calenzano, quindi noi non dovevamo far altro che collegarci con il centro televisivo al momento della trasmissione sollevandoci così da un impegno tecnico oneroso.

La prima serie era trasmessa in diretta, poi successivamente in registrata per abbattere i costi di produzione, addirittura i vari sponsor producevano loro stessi il filmato presso le loro sedi e lo consegnavano al centro di produzione televisivo dove venivano assemblati con gli altri. Così facendo però si veniva a perdere quel calore umano che aveva la trasmissione quando era irradiata in diretta.

Il programma strutturalmente era molto simile a quelli già fatti da Teleregione, infatti consisteva nel presentare i prodotti o servizi delle varie ditte che vi partecipavano. Andò in onda dal 1982 in poi dalle ore 20,35 alle 22,15.

“MILLE E UNA NOTTE” di Tootoonchi Hamedani Mosen.

Andava in onda il Mercoledì sera in seconda serata dalle 22,30 ed aveva per oggetto la vendita di tappeti orientali da parte del grosso importatore Tootoonchi Hamedani Mosen. La trasmissione durava circa un’ora, ed anche qui erano durissime le battaglie con Tootoonchi per chiudere la trasmissione nei tempi accordati.

Il programma consisteva in una serie di presentazioni di tappeti e siccome la trasmissione era di un monotono sconfortante, sia per il soggetto inquadrato, sia per il commento del titolare in un italiano non sempre perfetto e comprensibile, spesso in regia ci si assopiva, quindi accadeva che Tootoonchi parlasse di un nuovo articolo quando ancora era in onda quello precedente, oppure che il prezzo del tappeto non corrispondeva a quello presentato per cui si arrabbiava quando se ne accorgeva.

Mille e una notte era una serie di trasmissioni che andava da Ottobre a Giugno per un periodo di 3 anni, il cui costo per la realizzazione era per noi molto basso poiché la scenografia fu realizzata a spese del committente e per il montaggio e smontaggio provvedeva un suo dipendente che veniva circa 3 ore prima, da parte nostra bastava un regista, un aiuto regista ed un cameraman non specializzato.

In compenso ci costò in termini di tempo la realizzazione della sigla iniziale e finale; 4 tecnici Montagni, Conti, Giannelli e Menichini per 2 notti intere a provare e riprovare. Gli autori delle musiche delle sigle erano i fratelli Bettini.

“GRANDE ASTA DI ANTIQUARIATO” con Giovanni Moni

La prima trasmissione risale al 1981. A differenza di tutte le altre che si svolgevano presso gli studi televisivi, questa veniva realizzata nella città di Lucca presso le sale dell’Hotel Universo che erano prese in affitto, nel fine settimana, dal committente - che era proprietario insieme alla moglie - di un negozio di antichità nel centro di Lucca. Per questo si dovette allestire, una settimana prima dell’inizio delle trasmissioni, un ponte fisso a radiofrequenza che permetteva di collegarci direttamente dall’hotel alla nostra sede a Firenze.

Partivamo tutti i Sabati da Firenze con lo studio mobile di regia verso le ore 16,00 ed arrivavamo presso l’hotel alle 17,30. In circa 2 ore attrezzavamo la sala dell’asta di due telecamere, fari per l’illuminazione, microfoni e monitor di controllo. Predisponevamo il collegamento radio con Firenze e quando tutto era a posto, verso le ore 20,00, cenavamo con gli organizzatori dell’asta. Alle ore 22,00 circa iniziava la diretta.

Penso che questa sia stata, almeno in Toscana, la prima asta al rialzo per televisione. Il programma consisteva nel proporre al pubblico televisivo articoli di antiquariato, o presunti tali, con un prezzo base di partenza, i telespettatori dovevano telefonare ai numeri posti in sovra-impressione sullo schermo facendo le proprie offerte e lasciando al centralino nome e numero di telefono dal quale chiamavano. Questo serviva a verificare l’attendibilità della proposta. Il banditore mentre attendeva le offerte descriveva la bellezza, il valore e le caratteristiche dell’oggetto proposto. Era il momento più divertente poiché i dettagli relativi all’oggetto erano colmi di errori grammaticali e definizioni alquanto strampalate ed anche, quando era di buon umore, barzellette o battute di spirito. Tant’è che molti dei telespettatori non seguivano il programma in quanto interessati alla visione o all’acquisto di oggetti d’epoca, ma piuttosto per divertirsi ad ascoltare gli strafalcioni e le arrabbiature del banditore per cui era diventato, suo malgrado, il programma di intrattenimento del sabato sera.

L’oggetto presentato veniva aggiudicato al maggiore offerente dopo che il banditore aveva pronunciato la fatidica frase “100 mila ed uno 100 mila e due 100 mila e tre aggiudicato!!” e dava un sonoro colpo sul banco con un martelletto di legno che spesso faceva perfino saltare l’oggetto esposto sul tavolo! Spesso quando l’articolo non risultava di gradimento gli stessi centralinisti si telefonavano fra loro per fare falsi rilanci allo scopo di sbloccare la situazione. Gli oggetti aggiudicati venivano consegnati nei giorni successivi da incaricati dell’organizzazione previo appuntamento telefonico.

La trasmissione andava avanti fino alle una di notte ed epiche erano le nostre battaglie con il banditore per far terminare in orario il programma, vuoi perché durante la serata non aveva aggiudicato abbastanza oggetti, vuoi perché, proprio in chiusura, si sbloccava la situazione e quindi cercava di recuperare i guadagni. Dopo la conclusione della tornata d’asta smontavamo l’attrezzatura e facevamo ritorno a Firenze dove non giungevamo mai prima delle 3 del mattino. Questo durò per due anni poi fu deciso, dati gli alti costi di realizzazione, di spostare le trasmissioni d’asta presso i nostri studi di Firenze, estendendo successivamente il programma anche il Venerdì sera alle 22,15 e la Domenica pomeriggio. Siccome la vendita veniva effettuata presso la sede della nostra emittente, il titolare responsabile che era Montagni, doveva recarsi, prima di ogni trasmissione, presso la Questura con l’elenco degli oggetti da vendere e i relativi prezzi al fine di poter far verificare che la provenienza dei medesimi non fosse dubbia. Successivamente fu deciso dal banditore di cambiare il genere di merce da vendere poiché l’antiquariato non riscuoteva molto successo come in precedenza quindi veniva presentata gioielleria di recente manifattura che si rivelava più attraente per il pubblico. Nonostante la scarsa professionalità del banditore e il genere di merce appartenente a beni voluttuari i guadagni per il proprietario del negozio erano più che buoni. Il titolare dell’asta versava anticipatamente alla nostra concessionaria pubblicitaria la somma di 200 milioni di lire per un periodo di trasmissioni che andava da Settembre fino a Luglio.

 

EVENTI DI CRONACA

Bisogna innanzi tutto ricordare un fatto che accadde in occasione della prima trasmissione in diretta del CANALE DEI BAMBINI.

La prima diretta in assoluto realizzata dal Canale dei Bambini, fu nel 1978, del torneo di ping pong tra il CUS Firenze e Porto Sant’Elpidio svoltosi nei locali della Parrocchia dei Sette Santi a Firenze.

Per l’occasione il tecnico Marcello Giannelli sperimentò un rivoluzionario metodo di collegamento a radio frequenza tra la luogo dell’incontro e la sede dell’emittente tramite un antenna VHF legata ad un pallone aereo statico frenato, purtroppo a causa di un improvviso violento temporale il pallone cadde e perciò la diretta fu interrotta dopo pochi minuti e non ci fu il modo di poterla più riprendere. Comunque avevamo sperimentato una tecnica che nessuna emittente televisiva toscana aveva mai realizzato. Nonostante che la prima diretta del Canale dei Bambini era naufragata tristemente fu l’inizio di una lunghissima serie che rese famoso Canale dei Bambini prima, e Teleregione poi, negli anni a seguire.

DIRETTA TV DEL CROLLO DEL PALAZZO A PISA

Questo fatto accadde alle ore 14,42 di Domenica 27 Dicembre del 1981 a Pisa nella Piazza Gambacorti.

Erano circa le ore 18,00 di quella Domenica quando, attraverso l’agenzia A.N.S.A. ci arrivò la notizia che a Pisa era crollato un palazzo in centro a causa di una fuga di gas. A quell’ora, casualmente, Marcello Giannelli, Leonardo Conti, Vittorio Betti ed il sottoscritto ci trovavamo in sede. I nostri sguardi s’incrociarono e immediatamente decidemmo di recarci laggiù per fare una diretta televisiva, spinti anche dal fatto che era da poco accaduto il tragico episodio del bambino Alfredino Rampi che era caduto in un pozzo artesiano a Vermicino nei pressi di Roma.

Come un’equipe medica ognuno provvide ad attrezzarsi per la partenza, in poco meno di venti minuti su un pulmino Fiat 900 fu caricato telecamera portatile, trasmettitore a radiofrequenza, fari alogeni, microfoni, antenne, generatore di corrente e cavi di collegamento. L’ostacolo più grosso era come collegarci tra Pisa e Firenze con il ponte a radiofrequenza. Il problema fu affrontato mentre si attrezzava il furgone. Tra la città della torre pendente e Firenze non era tecnicamente possibile collegarci direttamente a causa della presenza del Monte Serra, il Giannelli superò l’ostacolo con una delle sue geniali soluzioni. In pratica si doveva orientare l’antenna del trasmettitore posto sul luogo della sciagura verso il suddetto Monte Serra. Dalla postazione ripetitrice fissa sul canale 22 UHF per la zona del pisano, situata su detto monte, avrebbe orientato l’antenna ricevente i programmi di TELEREGIONE Toscana da Firenze verso la nostra base a Pisa. In pratica tutta la zona servita dal canale 22 UHF avrebbe ricevuto le immagini direttamente, senza il “filtro” della regia di Firenze dal luogo dell’accaduto.

Rimaneva da collegarsi con la sede di Firenze per diffondere la trasmissione nel resto della Toscana La soluzione consistette nel “ripescare” attraverso dei canali di controllo di ritorno che giungevano in sede, la frequenza del canale 22 UHF proveniente dalla zona della costa tirrenica del pisano. Restava l’ultimo ostacolo poiché così facendo non appariva più sullo schermo il marchio della stazione in sovrimpressione. In due minuti smontammo una titolatrice elettronica dal banco di regia dello studio del primo piano per poter inserire il marchi di stazione direttamente da Pisa. Il piano teoricamente era pronto, ora c’era da vedere se funzionava in pratica.

Fatto tutto questo partimmo come fulmini alla volta di Pisa, il furgoncino, benché caricato all’inverosimile, e con tre persone a bordo fu mandato alla massima velocità per poter giungere sul luogo il prima possibile. Il Giannelli partì invece, con la sua automobile ed una cassetta di attrezzi, alla volta del monte Serra. Giunti a Pisa sul posto dell’accaduto scaricammo il materiale. Con la spregiudicatezza che solo un giovane può avere suonammo il campanello di un’abitazione di un palazzo adiacente poiché era l’unico sufficientemente elevato per permetterci di avere la “portata ottica” con la postazione fissa ripetitrice del monte Serra.

Spiegammo al meravigliato inquilino i nostri motivi. Egli per nostra fortuna, acconsentì. Salimmo le scale carichi di materiale e raggiunto il pianerottolo dell’ultimo piano chiedemmo al gentile, e sempre più stupefatto, signore la possibilità di poterci allacciare al suo impianto elettrico, dietro compenso di diecimila lire.

Cominciammo a montare l’antenna fissata ad un palo in ferro e legata con il nastro adesivo da pacchi alla finestra, collegammo tutte le apparecchiature e aspettammo la chiamata, attraverso il ricetrasmettitore portatile di cui eravamo dotati, del Giannelli dal monte Serra. Fortunatamente tutto funzionò come previsto. Telefonammo da una cabina telefonica pubblica a Firenze per sapere se attraverso la frequenza di controllo del canale 22 UHF riceveva il segnale di test della telecamera che noi trasmettevamo da Pisa. Anche in questo caso avemmo la conferma che tutto funzionava come previsto.

Alle 21,00 circa eravamo in grado di trasmettere le immagini, in diretta dal luogo della sciagura, in tutta la Toscana, l’emittente locale pisana Canale 50 ci chiese di allacciarsi al nostro segnale per poter diffondere in modo più capillare la diretta TV. Da notare che in circa tre ore realizzammo ciò che l’emittente di Stato, la R.A.I., avrebbe approntato in molto più tempo.

Per tutta la notte trasmettemmo immagini e interviste senza mai scadere nell’accusa di servire il tragico a domicilio anzi, da rilevare, che attraverso la nostra trasmissione furono lanciati numerosi appelli per i soccorsi, di particolare utilità fu specialmente la titolatrice elettronica con la quale facevamo apparire in sovrimpressione messaggi scritti. Bisogna comprendere che a quell’epoca non esistevano ancora i rapidi mezzi di comunicazione che ci sono oggi come i telefoni cellulari.

Rimanemmo talmente colpiti dalla gravità dell’accaduto che non ce la sentimmo di rimanere solo a svolgere il nostro lavoro, durante i cambi alla telecamera andavamo anche noi a scavare con le nude mani tra le macerie.

La trasmissione si concluse la mattina successiva alle ore 8.00 allorquando furono recuperate tutte le nove salme di coloro che erano deceduti per l’esplosione. In seguito di ciò il Signor Montagni ricevette un riconoscimento da parte del Ministero dell’Interno per l’opera da noi svolta circa la trasmissione di appelli che si erano rivelati preziosi per le operazioni di soccorso.

 

DIRETTA TV PER LE RICERCHE IN ARNO DI UN UOMO.

Erano circa le 21,00 del 18 Maggio 1981, in redazione giunse la notizia che al ponte San Niccolò a Firenze si era gettato in Arno un uomo. Con la rapidità che può far invidia ad una provetta squadra di pompieri partimmo con lo studio mobile “Bimbo” alla volta del luogo segnalatoci. Il personale era sempre lo stesso Giannelli, Conti, Betti e il sottoscritto.

Arrivati sul posto montammo la telecamera sul tetto del furgone, due fari alogeni per illuminare la scena dell’accaduto, montammo l’antenna per inviare il nostro segnale legandola alla spalletta del ponte, facemmo le opportune tarature dopodiché avuto la conferma dalla sede che il segnale era buono iniziammo la diretta televisiva.

Sul posto c’erano le pattuglie dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco che perlustravano la zona di fiume sperando di salvare l’uomo.

Finalmente capimmo dalle testimonianze raccolte che un giovane, di nome Miniati Mauro, si era gettato nel fiume per sfuggire agli spacciatori di droga poiché sembrava avesse fatto loro uno sgarro.

Da notare che quella parte di Piazza Ferrucci, precisamente di fronte al bar che c’era prima del locale “Lo Sfizio”, era nota per lo spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo circa un’ora le ricerche si rivelarono infruttuose. A questo punto i Vigili del Fuoco decisero di spostarsi con le perlustrazioni più a valle, poiché essi ritenevano che l’uomo fosse stato trascinato dalla corrente del fiume.

A questo punto non potevamo terminare la diretta senza aver dato una notizia completa. Decidemmo di sospendere per il momento la trasmissione facendo scrivere al tecnico della regia in sede una cartello sul quale si comunicava che la trasmissione sarebbe ripresa al più presto possibile. Nel frattempo con una velocità felina smontammo le apparecchiature e ci dirigemmo verso il ponte alle Grazie dove ci riorganizzammo per proseguire la ripresa.

Dopo un’altra ora di trasmissione i soccorsi furono sospesi poiché, sia i Vigili del Fuoco, sia i Carabinieri ritennero che l’uomo non potesse essere più in vita. A questo punto terminammo la trasmissione in diretta. Per cronaca il cadavere del Miniati fu ritrovato la mattina seguente all’altezza del ponte dell’Indiano. Dalla autopsia fu stabilito che l’uomo morì quasi istantaneamente a causa di una congestione.

Avevamo, senza saperlo, iniziato un nuovo modo di fare televisione basandoci sul fattore “immediatezza” noi non avevamo nel nostro palinsesto televisivo un telegiornale, episodi del genere venivano trasmessi interrompendo all’improvviso il programma in corso (fatta salva la pubblicità).

 

DIRETTA TV SULLA PIENA DEL FIUME ARNO con Vittorio Betti e Giuliano Taddei

Questo episodio risale alla sera del 14 Novembre 1982.

Dopo un lungo periodo di siccità ci furono due o tre giorni di intense piogge che crearono in tutta la Toscana situazioni di pericolo. Anche a Firenze ci fu una piena inaspettata del fiume Arno, tanto che le Autorità furono allarmate. Il massimo picco si ebbe la sera del 14 Novembre. La diretta fu allestita presso il ponte San Niccolò dove piazzammo il furgone di regia mobile sul quale collocammo la telecamera e due faretti alogeni per l'illuminazione della scena. Sul ponte si erano radunate centinaia di persone impaurite per la minacciosa piena del fiume Arno. Per le interviste con la gente e le varie autorità di polizia e vigili del fuoco provvedeva Giuliano Taddei mentre Vittorio Betti munito di ricetrasmettitore che serviva a collegarsi con la regia del furgone era sceso dalle scalette vicino al greto dell’Arno insieme agli operai del Comune e Vigili del Fuoco per controllare la coloninna metrica. La diretta terminò intorno alle ore 02,00 del mattino allorquando il pericolo inondazione cessò. La trasmissione ebbe un discreto successo derivato dal fatto che presso la sede dell’emittente ricevettero moltissime telefonate di cittadini preoccupati.

Anche questa volta eravamo riusciti ad realizzare una informazione in tempo reale su problemi contingenti.

AEREO MILITARE CADUTO A GREVE IN CHIANTI.

Quest’episodio accadde nel pomeriggio di Sabato 10 luglio 1982. Ci arrivò la segnalazione tramite agenzia A.N.S.A., in questo caso non si ritenne opportuno trasmetterlo in diretta per due motivi. Il primo di natura tecnica poiché non conoscevamo esattamente il luogo del disastro. Il secondo è perché non avevamo a disposizione il giornalista, il cameraman ed il tecnico di alta frequenza poiché erano impegnati in altre attività.

Il Direttore di stazione Taddei mi incaricò di andare sul posto solamente con un’attrezzatura di ripresa audio/video portatile senza giornalista in quanto il commento sarebbe stato fatto in fase di montaggio elettronico.

Arrivato sul luogo dell’incidente, grazie alle indicazioni date da alcuni passanti, dovetti comunque lasciare l’automezzo per il fatto che il sentiero che conduceva all’area interessata era molto impervio. La zona era stata tutta recintata per evitare l’accesso di estranei. Presi l’attrezzatura e chiesi ad un Maresciallo dei Carabinieri come poter accedere al luogo. Esso fu molto gentile in quanto mi invitò a salire (potenza della televisione?) sulla Fiat Campagnola dei Carabinieri che stava partendo a momenti alla volta del luogo della sciagura.

Il viaggio fu breve ma difficoltoso, avevo una gran paura che l’automezzo si ribaltasse da come era ripido e sconnesso il percorso. La mia preoccupazione era rivolta piuttosto alla salvaguardia della telecamera e del videoregistratore e del faretto a batteria che avevano un valore complessivo di circa trenta milioni, infatti a causa di un grosso masso sul percorso l’automezzo sobbalzò violentemente facendomi battere la testa contro l’intelaiatura del telone, ma le apparecchiature furono protette dall’urto.

Giunti sul posto la scena si presentò raccapricciante. L’aereo, un AERMACCHI G 222 “Water Bomb” adibito al servizio antincendio si era schiantato sulla collina della “Cappellina” sopra il paesino di Torsoli, ed era diviso in tre grossi tronconi e rottami sparsi per circa un centinaio di metri quadrati, in più per terra c’era uno strato di liquido viscoso rosso. Erano i 6.000 litri di sostanza antincendio contenuti nell’aereo mobile che si stava recando a spegnere un incendio nella zona. I corpi dei quattro piloti erano già stati ricomposti e trasportati altrove. Feci le riprese di quanto era possibile vedere dopo di che fui riaccompagnato alla macchina per il rientro in sede.

ESERCITAZIONE MILITARE DI PROTEZIONE CIVILE A PISTOIA con Vittorio Betti.

La simulazione venne fatta nei campi di fronte all’industria Breda a Pistoia durò due giorni nei quali fu allestito un ospedale da campo ed altri servizi inerenti. Un particolare curioso fu quello che i tecnici ed il cronista dormirono dentro il furgone mobile di regia poiché non potevano lasciarlo incustodito durante la notte per il materiale tecnico contenuto.

TRASMISSIONE DELL’INCONTRO IN NOTTURNA DEL CALCIO IN COSTUME. con Vittorio Betti ed Enzo Baldini.

Il giovane cronista Vittorio Betti

Vale la pena di citare questa diretta televisiva che si svolse la sera di Mercoledì 28 Giugno 1978 nella piazza Santa Croce. Era il primo anno che era stata reintrodotta la possibilità di giocare in notturna. La diretta della partita finale Bianchi contro Azzurri fu trasmessa in bianco e nero, tutto sarebbe trascorso nelle modalità previste se non quando, all’improvviso, ci fu un episodio che fece precipitare la situazione. Un calciante, chiamato “Zecchino”, durante una zuffa staccò di netto con un morso l’orecchio (mai ritrovato) di un avversario degli azzurri, Renzo Carli, meglio conosciuto col nome de “i’ Carlone”.

Ne scaturì un parapiglia generale prima tra i calcianti e poi tra pubblico inferocito di entrambe le squadre. La rissa fu di enormi dimensioni tant’è che la polizia dovette intervenire energicamente sparando lacrimogeni per cercare di riportare la situazione alla calma, poi si udirono dei colpi di pistola e la folla cominciò a scappare impaurita. Il Cronista a bordo del campo, Enzo Baldini, si rifugiò in un bar lì vicino che dopo chiuse la saracinesca per paura del peggio, i tecnici Maurizio Montagni, Marcello Giannelli, Paolo Raffaelli e Leonardo Conti si rifugiarono nel furgone di regia mobile invece Vittorio Betti rimase eroicamente a commentare l’accaduto rannicchiato sulla torretta di una postazione di ripresa. Furono veramente momenti interminabili di paura per tutti. Il pubblico fiorentino che seguiva da casa poté assistere a tutto questo grazie alla nostra diretta televisiva. Il successo per la trasmissione fu enorme ed il giorno dopo il nome di Canale dei Bambini saltò alla ribalta. La Polizia all’indomani ci sequestrò i nastri video magnetici della registrazione dell’evento per visionarli alla ricerca di persone coinvolte nella gigantesca rissa. Questa fu la più pericolosa esperienza che i tecnici del Canale dei Bambini affrontarono, ma il servizio svolto fu di indubbio coraggio.

TRASMISSIONE DELLA SANTA MESSA DI PASQUA E DELLO “SCOPPIO DEL CARRO”

Dal 1979 fino al 1982 Canale dei Bambini, e poi Teleregione, trasmettevano ogni anno in diretta la Messa in Duomo di Pasqua e il successivo rito dello Scoppio del Carro. La squadra era composta da Gianelli, Conti, Montagni Maurizio e Menichini. La disposizione delle telecamere doveva essere fatta in modo che al termine del rito religioso le stesse potessero essere rapidamente ed agevolmente portate all’esterno per la ripresa dello scoppio del carro. Aspra era la competizione con un’altra emittente (TELE 37) che anch’essa era sul posto per avere la postazione migliore delle telecamere.

L’ultimo anno fummo i soli che riprendemmo l’evento in diretta poiché TELE 37 dovette interrompere la trasmissione a causa della caduta del ponte di trasferimento a microonde della Thompson collocato al Piazzale Michelangelo, in seguito si venne a sapere che il sofisticatissimo e costosissimo sistema di trasferimento era caduto per terra a causa di un forte colpo di vento, noi che avevamo legato il palo dell’antenna trasmittente sul Campanile di Giotto con le fascette di naylon e il nastro da pacchi non avemmo nessun problema legato al forte vento e riprendemmo, fino alla fine, l’evento senza problemi.

A questo punto vale la pena citare questi due episodi al fine di comprendere quante erano le difficoltà da superare a chi lavorava nelle Tv private ......

I SABOTAGGI TELEFONICI DURANTE LE TRASMISSIONI DI TELEVENDITA

Dato che la nostra stazione era una delle poche che riusciva a coprire tutta le Regione con un segnale di ricezione buono, e poiché le televendite riscuotevano un certo successo da parte dei telespettatori questo fatto svantaggiò notevolmente simili trasmissioni fatte da altre emittenti locali. Queste ultime anziché migliorare l’offerta televisiva trovarono più facile boicottare le quattro linee telefoniche dedicate alle nostre televendite. Bisogna premettere che all’epoca chiunque telefonasse ai numeri del centralino e non riattaccasse la cornetta provocava il blocco del numero telefonico che era stato chiamato finché non agganciava. All’inizio ci trovammo impreparati a questo tipo di sabotaggio tant’è che una sera ci bloccarono tutte e quattro le linee paralizzando di fatto la trasmissione. Allora mettemmo a disposizione le due linee telefoniche degli uffici ma ci bloccarono anche quelle.

Non sto a dire come il conduttore della televendita era furibondo e se la prese con noi in quanto ci riteneva, a torto, responsabili dell’accaduto. Telefonammo alla S.I.P. con il telefono di casa del padrone dell’emittente e chiedemmo il loro intervento. Dopo dieci minuti i telefoni furono di nuovo funzionanti, ma la cosa durò ben poco in quanto di li a breve ci ritrovammo nelle stesse condizioni di prima. Chiedemmo allora alla società telefonica se era possibile individuare il luogo da dove venivano bloccate le linee questi ci risposero dopo poco tempo che le chiamate erano state fatte dalle cabine telefoniche pubbliche poste in Via XX Settembre a Firenze, a meno di un Km dalla nostra sede. Ci precipitammo sul posto e trovammo le sei cabine pubbliche con le cornette a penzoloni. In seguito a questo organizzammo una specie di pattugliamento che interveniva allorquando venivano bloccati i telefoni perlustrando le cabine della zona. Purtroppo non fu mai trovato nessuno “con le mani nel sacco”.

La situazione era divenuta insostenibile quindi dopo un pò di tempo interpellammo la S.I.P. che ci suggerì di attivare delle linee utilizzando la nuovissima centrale elettronica delle Cascine da poco in funzione, la quale aveva la caratteristica di riattivare automaticamente la linea indipendentemente dalla volontà di non agganciare da parte di chi chiamava. I tentativi di bloccarci i telefoni continuarono, ma dopo pochi secondi il telefono funzionava di nuovo e quindi dopo qualche settimana cessarono completamente.

LA TRUFFA DEI FINTI SERVIZI TELEVISIVI A PAGAMENTO.

Per ovvi motivi omettiamo il nome della persona che mise in atto questo genere raggiri.

Era un Sabato sera verso le ore 20,40. Stava andando in onda un film quando ricevemmo una telefonata da un organizzatore di gare di ballo il quale ci chiedeva come mai non stavamo trasmettendo le riprese televisive di una gara svoltasi la settimana precedente come convenuto con la persona che era andata a fare la registrazione. In un primo momento pensammo che avesse sbagliato emittente TV (a volte era accaduto) ma egli ci disse chiaramente che il Sabato precedente un operatore televisivo della nostra emittente si era recato a fare le riprese ed aveva anche già riscosso l’importo di 400 mila lire per pagare la messa in onda che era stata concordata per il Sabato successivo.

Rimanemmo meravigliati della circostanza e facemmo presente che mai erano state programmate trasmissioni del genere il Sabato sera a quell’ora, in più la nostra emittente non poteva riscuotere direttamente proventi in denaro per pubblicità poiché eravamo legati contrattualmente ad una concessionaria. L’organizzatore rimase perplesso, come del resto anche noi, e la telefonata si concluse.

Il Sabato successivo all’incirca alla stessa ora ricevemmo un’analoga telefonata da un altro organizzatore di gare di ballo. A quel punto replicammo alla stessa maniera, chiedendo però se si ricordava la fisionomia del sedicente tecnico di TELEREGIONE. L’interlocutore, essendo passati molti giorni ci fece una descrizione molto sommaria ma per noi sufficiente a capire che il personaggio era un prestatore d’opera occasionale che per l’appunto i fine settimana prelevava un’attrezzatura portatile di ripresa per realizzare filmati sportivi per una rubrica di motori. Il Sabato successivo stessa situazione e descrizione, raccomandammo all’organizzatore di avvertirci tempestivamente qualora il soggetto si fosse ripresentato e di avvertire magari anche gli altri organizzatori del settore. La trappola era tesa ma poiché ne parlammo troppo evidentemente qualcosa giunse all’orecchio del sospettato, tant’è che improvvisamente queste incresciose situazioni cessarono.

Era un instancabile profittatore. Un’altra delle sue trovate era quella di soffermarsi volutamente su cartelloni pubblicitari dislocati sul percorso dei circuiti di motocross. Ovviamente in fase di assemblaggio il tecnico tagliò queste immagini. Egli vedendo il filmato trasmesso andò a protestare con il tecnico che aveva eseguito il montaggio ma fu subito messo a tacere poiché tali sequenze non avevano nulla a che vedere con la gara. Qualche giorno dopo un benzinaio di Polcanto nel Mugello ci telefonò tutto arrabbiato in quanto le riprese relative al suo cartellone pubblicitario esposto nel percorso di tale gara non apparivano nel filmato. La sua protesta derivava dal fatto che egli aveva pagato l’operatore televisivo la somma di 200 mila lire.

A questo punto non rimase che dirgli che era stato truffato da persona con pochi scrupoli. Non potevamo far nulla, purtroppo, perché bisognava sorprendere il soggetto mentre compiva l’atto della truffa, e questo era abbastanza difficile.

L’ultimo episodio che decretò la decisione di allontanare definitivamente il soggetto fu quando un signore telefonò all’emittente chiedendo di questa persona che si era a lui qualificata come direttore di TELEREGIONE. Chi rispose al telefono scoppiò in una fragorosa risata e disse che al massimo il soggetto poteva fare l’uomo delle pulizie. Questo signore rimase un po’ allibito della risposta.

Dopo quest’ennesima circostanza fu inevitabile la cessazione di ogni tipo di rapporto con questa persona. La prestigiosa immagine di TELEREGIONE che avevamo costruito nel tempo con tanti sacrifici non poteva essere offuscata da simili personaggi.

La rassegna di tutte le trasmissioni autoprodotte ci fa notare che Canale dei Bambini (poi Teleregione) fu veramente all’avanguardia in rapporto con le altre emittenti televisive dell’epoca, sia come tipologia di trasmissioni che riguardavano un pò tutti i generi: dallo sport alla cultura, dalla politica alla musica, dall’attualità all’intrattenimento, sia come qualità dei programmi. Per propria scelta nella programmazione non c’era nessun film vietato ai minori e neanche trasmissioni auto prodotte di simile carattere. Cosa che invece si riscontrava in altre emittenti locali regionali che per far alzare l’indice di ascolto senza spendere grossi capitali inserivano nel loro palinsesto trasmissioni e film di dubbia moralità. L’emittente di Montagni mai e poi mai accettò di scendere a questo squallido compromesso e la politica fu ampiamente ricompensata poiché la nostra stazione TV era una delle emittenti più viste della regione.

Lo staff tecnico, giornalistico e amministrativo aveva acquisito una professionalità veramente elevata nonostante i mezzi messi a disposizione, il personale giornalistico e tecnico di Montagni era il suo fiore all’occhiello ed era invidiato da tutti coloro che lavorano nel mondo delle emittenti televisive e Montagni di questo ne andava fiero. La conferma di ciò si ha nel fatto che moltissimi di loro oggi lavorano presso la R.A.I., Canale 5, la TITANUS e T.M.C. o comunque presso grossi centri di produzione TV di importanza nazionale.

Purtroppo con la cessione al P.C.I. Teleregione cominciò a declinare inesorabilmente, sia per l’abbandono volontario o forzato del personale, sia per la manifesta mancata capacità imprenditoriale dei nuovi proprietari fino al punto che successivamente fu rivenduta ad una società romana la quale si serve attualmente solo dei canali televisivi per irradiare i programmi di un altro marchio televisivo.

L’esperienza di Canale dei Bambini e Teleregione ai giorni d’oggi sarebbe impensabile sotto vari punti di vista. Sia da quello tecnico poiché non ci sono più frequenze televisive disponibili, sia da quello finanziario in quanto oggi per costruire un emittente simile ci vorrebbero vari milioni di €uro, e sinceramente nessuno ha la voglia di investire una cifra del genere in una attività simile con scarsissime prospettive di successo, infatti le poche emittenti locali che sono sopravvissute vivono trasmettendo un enorme quantitativo di telepromozioni che vengono da loro stessi contrabbandate spesso come programmi auto prodotti, queste affermazioni fanno arrabbiare coloro, come Giuseppe Mango, che durante gli anni ‘70 e ‘80 si sono dedicati senza tregua a inventare dal nulla nuovi programmi televisivi.

L’era della TV privata come operatore atto a coprire quel vuoto informativo locale di cui le emittenti nazionali, sia pubbliche che private non si occupano, sta tramontando lentamente, stritolato da altissimi costi di gestione. Ecco perché vediamo sugli schermi TV vera e propria spazzatura. Rari sono gli sforzi, da parte di qualche imprenditore televisivo, per cercare di restituire dignità e ruolo all’emittenza privata in ambito locale, producendo qualcosa di buono ma sinceramente troppo poco e non giustamente ricompensato.

Sono convinto che il fenomeno della TV privata locale si sia prodotto in una fase storica particolare, quale fu il periodo degli anni ’70, una situazione oggi purtroppo irripetibile come ho spiegato innanzi e sinceramente i progetti e gli obiettivi sono falliti ampiamente, se venticinque anni fa avevamo solo due emittenti nazionali oggi ne abbiamo sei e questo significa che molte delle energie economiche spese e risorse umane impegnate non sono servite a nulla."

... E PER FINIRE ... IMMAGINI VARIE DEGLI STUDI DEL CANALE DEI BAMBINI ....

In esclusiva per FIRENZEMEDIA da Menichini Dott. Fernando