Foto d'epoca (1946) dell'impianto trasmittente di Terrarossa a Firenze
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La
stazione radiofonica di Firenze dell'allora EIAR (con sede
inizialmente in Via Rondinelli e poi nel Palazzo delle Cento Finestre
in Piazza Santa Maria Maggiore) entra in funzione il 21 aprile del
1932. Dal Politeama fiorentino va in onda il concerto sinfonico
inaugurale diretto da Vittorio Gui. Quelle voci indimenticabili dalla Rai di Firenze Un nagra in spalla, un motorino schioppettante e via ... per la realizzazione di servizi rimasti memorabili, come l’intervista a Marilù Pascoli, l’unica concessa in tutta la sua vita. È Amerigo Gomez, con la sua inconfondibile voce profonda; lui e il microfono: un amore inscindibile a cui si accostava con grande perizia unita ad una grande umiltà. «Qualunque servizio gli chieda – diceva Omero
Cambi – primo caporedattore della Sede di Firenze dal 1944 al ’65 –
parte e lo fa, senza battere ciglio». Fu lui, alla liberazione di Firenze –
come ci ricorda, con forte emozione, la moglie Simonetta, a calare il
microfono da una pensione di via Martelli, per far sentire le voci, i clamori
di una strada piena di tedeschi in fuga. Fu ancora Amerigo, «Ghigo» per gli
amici, morto a soli 48 anni, a descrivere la visita di Papa Giovanni ad
Assisi. Per non ricordare che alcune delle sue radiocronache, piene di
vibrante umanità. E Paolo Bellucci, approdato nella redazione Rai di S. Maria
Maggiore, dopo un’esperienza alla radio londinese; e quell’aria da lord
inglese non gli si era più staccata di dosso: i premi Viareggio; le prime
teatrali di spessore nazionale, avevano la sua voce calda, piena di sfumature.
E ancora, Gianfranco
Pancani e le corse con la mitica «Topolino» verniciata di due colori, spesso
col capo redattore, a rincorrere le mostre ricevuto da Renato Natali, nella
Galleria di Via Ricasoli a Livorno e da Mino Meccari a Viareggio. Massimo
Valentini, romano, annunciatore a Radio Firenze, che un giorno bussa alla
porta di Cambi: «Voglio fare il giornalista, mi aiuta?». E Omero Cambi gli dà
subito un incarico importantissimo che Massimo esegue egregiamente e di questa
fiducia accordatagli conservò sempre una gratitudine profonda. Alla morte del
caporedattore, lascia Firenze e ritorna a Roma e lì, sul lavoro, la sua
scomparsa prematura. E naturalmente Marcello Giannini, approdato a S. M.
Maggiore, fresco di studi. Chi non ricorda la sua voce, dai toni pieni del
dramma che si stava compiendo, quando l’Arno decise di passare – tra
l’altro! – da via Cerretani? Un altro microfono fuori dalla finestra... E
Carlo Corsani, citato per ultimo, ma le sue interviste hanno alimentato per
anni lo storico «Gazzettino Toscano» e il «Giornale radio» nazionale. Il caporedattore che
al passaggio della guerra e subito dopo aveva fatto dei commenti politici con
lo pseudonimo di «Tancredi» e poi con il suo nome, si inseriva in rete
nazionale settimanalmente o nei momenti straordinari per la rubrica «Che c’è
di nuovo a ...» di Radio sera. Basti ricordare «È rinato il Ponte a Santa
Trinita», il Forte di Belvedere e quando l’ultimo tram è andato ... in
pensione. Ma lì, non «in voce» ma presenti sempre, hanno fatto la radio
Raffaello Santi e Tullio Auriti. E le stenografe Liliana, Cosetta, Anna Maria,
fino a Anna e Marcella. E la domenica, festa con «I’ grillo», il
supplemento domenicale de «Il gazzettino toscano». Come successo, fu
paragonato, nel campo della radio, a quello che stava accadendo per «Lascia o
raddoppia?» in tv. In S. Frediano, dove si faceva capannello, con la radio in
bella vista e sedie intorno, campeggiava sui muri, a lettere cubitali «W Gano».
Da Cesarina Cecconi alla Wanda Pasquini; da Nella Barbieri a Benini. E gli autori D’Onofrio, Nelli, Stiatti, passavano tutti dalle stanze del secondo piano del Palazzo dalle Cento finestre, nella redazione del «Giornale radio» e passava lui, «i’ duro», ovvero Corrado De Cristofaro, che girovagava con disinvoltura dalle pagine letterarie de «L’Approdo» alle gesta gigionesche de’ «I’ grillo». Radio Firenze trasmetteva quattordici ore al giorno. Tra i suoi primi annunciatori, Giulio Del Sere, Gianni Giannantonio e Adelina Liuci, detta Dedy. In tempi più recenti Giancarla Cavalletti e Michele Borelli. Silvio Gigli spopolava col suo «Botta e risposta», l’antesignano di tutti i quiz. Narciso Parigi cantava stornelli e canzoni che hanno fatto il giro del mondo. E la famosa Compagnia di prosa di Radio Firenze: diretta dapprima dal regista Franco Rossi e da Jacopo Treves che inventò il radiodramma, ecco Umberto Benedetto, dal quale arrivò fresco dei suoi diciotto anni, Franco Zeffirelli. Ma anche «Tanto per dire»! un Fosco Giachetti, Renzo Ricci, Arnolfo Foà. Eh sì, anche Emma Grammatica. E, in tempi più recenti, anche Anna Maria Sanetti e Grazia Radicchi. Dopo l'alluvione del 1966, per volere di Ettore Bernabei fu inaugurata il 14 marzo 1968 una nuova sede in Largo A. De Gasperi, progettata dall'architetto Italo Gamberini. |
Parti del presente articolo sono tratti dai libri : Un posto nell’etere: le radio locali in Italia; a cura di Giampiero Gamaleri; scritti di R. Zaccaria et al. Roma: Edizioni Paoline, 1978. 293 p.; 21 cm. e da L'Enciclopedia della Radio - Le Garzantine; a cura di Peppino Ortoleva e Barbara Scaramucci - Garzanti Editore (2003)
Articolo pubblicato sul quotidiano "La Nazione" di Firenze il 23-4-1982
Per gentile concessione dell'amico Fabio Marranci