STORIA DI RADIO MONTEBENI
(La nascita, il palinsesto, la chiusura)

Radio Montebeni inizia a trasmettere musica classica nel marzo 1983, inizialmente coprendo il solo territorio fiorentino, e poi dal 1987 anche il resto della Toscana e oltre. Il segnale giungeva infatti fino alla provincia di La Spezia, alla costa settentrionale della Corsica e in Maremma, su varie frequenze FM in modalità stereofonica. Montebeni entrava così nelle case e negli uffici di oltre quattro milioni di persone. Un'esperienza unica nel suo genere che si colloca in quel clima di rinnovamento che interessa le radio private negli anni '70 e '80 e che vede nell'etere un luogo di democrazia e di veicolo di programmi nuovi e di sperimentazione "non ufficiale". Montebeni è stata quindi un'esperienza "controcorrente" e comunque molto diversa da quella delle altre radio allora esistenti, sia private, sia pubbliche.

L'emittente regionale prende avvio su iniziativa di un imprenditore, Giuliano Giunti. "Tutto cominciò con un'autoradio regalata nel giorno del suo onomastico a Giuliano Giunti, un radiotecnico semplice e raffinato sui cinquant'anni - racconta a questo proposito la giornalista Wanda Lattes in occasione del decimo compleanno di Montebeni -. Il signor Giunti è un amante della musica classica, però… Messa in macchina la radiolina, tentò subito di usarla nei suoi molti viaggi di lavoro, facendosi accompagnare dagli amati Mozart, Beethoven, Bartok o Schumann. Ma andò subito a battere il naso con la realtà che gli italiani musicofili conoscono: tolte le ore dedicate da Radio3 alla classica, tutte le trasmissioni della Rai e delle private riversano nell'aria solo roba leggera. Il Giunti non se l'aspettava un'assenza così completa - scrive ancora Lattes -. "Qui bisogna rimediare", disse. Non ricorse alle autorità, ma a pochi amici, come Cesare Magnelli, Ubaldo Nannini Materi, Paola Mattioli, il gruppo editoriale Giunti, la casa Ceccherini, il Dusclub, la libreria Weber, qualche direttore di banca. Tutti matti come lui per la classica. Andò sulla vetta più alta di Fiesole, prese in affitto un capannone, ottenne quattro frequenze per le varie zone toscane e, raccolti attorno a sé musicisti e tecnici, creò Radio Montebeni. Le installazioni le fece da solo, le apparecchiature furono comprate al ribasso: ma l'acustica risultò perfetta nell'auditorium spartano".

Giunti gestiva per l'appunto uno studio di incisione a Montebeni, una località in collina tra i paesi di Fiesole e Settignano, alle porte di Firenze. Un posto già frequentato da importanti musicisti come i pianisti Maria Tipo e Alessandro Specchi e il violinista Uto Ughi. L'imprenditore fiorentino decide quindi di convertire quello che era un semplice studio di incisione in una stazione di trasmissione radiofonica. Tutto questo era possibile perché nel 1983 (anno di nascita di Montebeni), le frequenze nell'etere erano liberamente a disposizione di chi le occupava per primo. "Radio Montebeni è nata per un moto di passione verso il mezzo radiofonico - spiegava a questo proposito Giunti in un'intervista rilasciata a Isabella Maria nell'ottobre 2001 a soli due mesi dalla chiusura dell'emittente -. C'era la possibilità di trasmettere qualcosa di nuovo davvero: su circa 3500 emittenti allora attive, nessuna era dedicata alla classica. Ogni tanto qualcuno programmava mezz'ora o un'ora di musica sinfonica, con questo scontentando tutti". E continua: "Quelli che ci seguono sono soprattutto individui dalla mente aperta. Dopo quasi 20 anni di trasmissioni non si può più dire che si tratti solo di anziani: è un pubblico particolare ma generico, fatto anche di giovani. Questo perché il mezzo radiofonico può essere ascoltato in qualunque momento, anche come sottofondo sonoro: la nostra emittente ha periodi di permanenza all'ascolto che arrivano a 7 ore al giorno. Non c'è sempre una preparazione musicale di base, abbiamo una mailing list di quasi 30.000 nominativi, produciamo un programma mensile inviato a quasi 9000 sostenitori: se ci ascoltassero solo coloro che hanno una formazione musicale, i numeri sarebbero molto più bassi".

Radio Montebeni è un'emittente che si evolve lentamente nel corso dei suoi 19 anni di attività. Anche se privata, i costi della struttura e dell'attività venivano sostenuti dagli sponsor (per lo più banche, negozi di musica e attività connesse con il tipo di audience della radio, anziano e colto) e dalle migliaia di ascoltatori che si abbonavano a "Bip", il Bollettino dei Programmi. Alla fine dell'esperienza (dicembre 2001), secondo Eleonora Negri sono oltre 2000 gli utenti regolarmente registrati che pagavano il canone di abbonamento annuale (ma nell'intervista rilasciata a Isabella Maria, Giunti parla addirittura di 9000 sostenitori): 75 mila lire per 10 numeri di "Bip", di cui due erano doppi (il prezzo di copertina di ogni singolo Bollettino dei programmi era di 8.500 lire) e i punti vendita del giornalino e degli abbonamenti erano sparsi per l'intero territorio toscano, da Firenze a Viareggio. Oltre al Bollettino dei Programmi gli abbonati a Radio Montebeni ricevevano anche due carte-sconto "Carte cultura", convenzionate con molti enti pubblici e privati: era prevista ad esempio una riduzione del 40% sul prezzo del biglietto per i concerti organizzati dall'Orchestra da camera fiorentina, per i Concerti della Normale di Pisa, 20% di sconto ancora sugli appuntamenti con l'Ort e il teatro comunale di Firenze. Il sostentamento dell'attività della radio si basava quindi su una mutua collaborazione di privati: Giunti metteva le frequenze e gli altri privati finanziavano il resto delle spese di trasmissione. "Certo non è un grosso business - spiegava a questo proposito Giunti nella già citata intervista rilasciata a Maria - e spesso capita di dover ripianare uno scoperto mettendo mano al portafoglio. Lo Stato dovrebbe darsi da fare, perché non c'è in Italia altro esempio di una radio che si procuri da sola il 70% del budget".

Non è facile ricostruire 18 anni di attività musicale e culturale di Radio Montebeni. In due decenni le tecnologie cambiano infatti molto rapidamente, così come diversi sono stati i contributi culturali che professionisti e intellettuali hanno apportato all'emittente. Un'analisi del palinsesto portante della radio mette comunque in luce che sulle frequenze dell'emittente fiesolana veniva trasmesso soprattutto repertorio del periodo musicale classico e romantico. Per lo più musica sinfonica, visto che il melodramma era mandato in onda solo due volte la settimana (la domenica sera e in replica il giovedì). La proposta di ascolti di musica contemporanea su Montebeni è stata sempre molto limitata anche se negli ultimi anni non mancarono aperture al jazz classico e a compositori come Ferruccio Busoni, Arnold Schonberg, Alban Berg, Alfredo Casella, Mario Castelnuovo Tedesco, Ildebrando Pizzetti, Luigi Dallapiccola, Nino Rota, Luciano Berio, Krzysztof Penderecki, Daniele Garella e Nuccio D'Angelo. A partire dal 1988, inoltre, venne introdotta la programmazione mensile di un'opera di teatro musicale del Novecento, corredata da un saggio di guida all'ascolto pubblicato sulle pagine del Bollettino dei Programmi. "La contemporanea non può essere trasmessa a sorpresa perché parla un'altra lingua - spiegava Giunti nella già citata intervista raccolta da Isabella Maria - c'è proprio chi epidermicamente non la sopporta. E' necessaria una selezione iniziale, e poi bisogna trovare un grande esperto che sappia comunicare, non un musicologo. Talvolta gli specialisti, invece di interessare l'ascoltatore, lo fanno sentire una nullità ". Quello che difettava a Radio Montebeni era la qualità della registrazione dei pezzi mandati in onda. Ancora nel novembre 2001, ad un mese dalla chiusura definitiva dell'emittente, meno della metà delle registrazioni proposte era incisa su cd. La programmazione, poi, che parte alle 6 di mattino e prosegue fino alle 24 (durante la notte veniva mandato in onda un fuori programma), non seguiva un palinsesto studiato a tavolino. I brani trasmessi non hanno alcun legame fra loro, e quindi l'ascolto risulta non guidato, non centrato su un periodo o su un argomento. Si tratta di una scelta precisa che viene spiegata dallo stesso Giuliano Giunti ancora a Maria: " Produciamo programmi registrati che si basano sulle storie biografiche di alcuni musicisti che però li mandiamo in onda in ora notturna perché di giorno l'ascoltatore vuole buona musica accompagnata da poche chiacchiere". Inoltre nel palinsesto dell'emittente regionale mancano delle vere e proprie rubriche di musicologia o di guida all'ascolto, parlate e/o scritte. Solo nelle prime pagine di " Bip" vengono segnalate le novità in palinsesto e sono proposti brevi riassunti e spiegazioni delle opere in "cartellone" durante il mese; a questo proposito molto interessante e utile l'elenco analitico degli autori trasmessi e dei relativi brani con la data di messa in onda che troviamo a fondo pagina del bollettino.

Le poche trasmissioni prodotte nel corso dei diciannove anni di attività di Montebeni hanno visto comunque il contributo di importanti musicologi e artisti. Fra questi Sergio Sablich (curatore di cicli radiofonici dedicati a Dallapiccola e Wagner), il compositore Antonino Riccardo Luciani (con il programma Dentro la Musica e il ciclo dedicato alla trasmissione integrale delle Cantate Bachiane), Elisabetta Torselli, (titolare di trasmissioni sulla musica antica), Marco Mangani (curatore di cicli dedicati a Franz Joseph Haydn e a Verdi), il critico de L'Opera, Opéra internazionale e CD Classica Davide Annachini (che si è occupato di vocalità e del melodramma Rossiniano), Rossella Rossi, flautista, musicologa e didatta (curatrice di programmi alla musica per flauto), la musicologa Eleonora Negri (curatrice di programmi sulle istituzioni musicali). Negli ultimi anni di attività dell'emittente sono state proposte anche rubriche incentrate su aspetti della musica del '900: da una parte trasmissioni dedicate alla musica elettronica e alla "computer music" a cura di Lelio Camilleri (compositore e studioso), dall'altra il ciclo sulla musica chitarristica contemporanea, curato da Flavio Cucchi e Paolo Paolini, e il già citato ciclo di 13 trasmissioni radiofoniche "Dedicato a Luigi Dalla piccola", curato da Sergio Sablich e offerto interamente dalla Casa Musicale Ceccherini di Firenze. La collaborazione con istituzioni come il Teatro Comunale di Firenze, il Conservatorio Luigi Cherubini e la Scuola di Musica di Fiesole ha permesso inoltre di realizzare notiziari e programmi di commento alle attività delle stesse istituzioni (ad esempio la rubrica "Spazio Fiesole Musica" curata da Eleonora Negri) e di proporre registrazioni in diretta di molte manifestazioni del circuito musicale regionale. A questo proposito si ricordano i concerti trasmessi in diretta tra il 1986 e il 1987 dall'auditorium di Radio Montebeni con protagonisti gli allievi del Conservatorio Cherubini di Firenze, della Scuola di musica di Fiesole, dell'Istituto musicale Pietro Mascagni di Livorno e dell'Istituto musicale Boccherini di Lucca.

Anche i grandi nomi della bacchetta e dell'interpretazione strumentale hanno preso parte alle iniziative dell'unica radio italiana di "musica colta": memorabili i concerti diretti nel 1990 da Zubin Mehta e Myung-Whun Chung e che hanno visto la partecipazione attiva anche di intellettuali come Mario Luzi, Silvano Bussotti e Antonio Paolucci. Nel periodo di massimo splendore di tali iniziative collaterali si giunse anche alla formazione di due orchestre intitolate all'emittente, "Orchestra sinfonica dei solisti di Radio Montebeni" e "Orchestra da camera di Radio Montebeni" e della casa discografica "Edizioni musicali classico". Un'altra iniziativa da segnalare è, nel 1993, decimo compleanno dell'emittente, il concerto con arie tratte dall'opera " Griselda" (musiche di Antonio Vivaldi e libretto di Goldoni) che ha avuto luogo al teatro Verdi di Firenze e il concorso organizzato nello stesso anno dal titolo "Dodici copertine per dodici artisti" che è stato vinto dalla pittrice Maria Stuarda Varetti.

Radio Montebeni ha interrotto le sue trasmissioni il 14 dicembre 2001, impossibilitata a vivere delle sole proprie risorse. Secondo Il Giornale della Musica, la radio fiesolana, con i suoi cinque dipendenti, aveva introiti per 400 milioni là dove ne servivano 600. "Nonostante le diverse migliaia di sostenitori abbonati al Bollettino dei Programmi e un'audience certificata che la poneva ai primi posti degli ascolti di emittenti regionali - scrive a questo proposito Eleonora Negri - gli Enti Locali indispensabili sostenitori della gran parte delle iniziative culturali, non hanno ritenuto opportuno accogliere le numerose richieste di aiuto ripetute annualmente a Comuni, Province e Regione della Toscana da parte dell'emittente, che si è trovata costretta ad interrompere la propria Attività". In realtà Giuliano Giunti, sommerso dai debiti e dai costi crescenti dell'impresa, era stato costretto qualche anno prima a cedere le sue quote della società "Italia Musica Radio Montebeni" al gruppo editoriale "Giunti" (si tratta di un'omonimia casuale: non c'è rapporto di parentela). Una vendita che aveva già destato qualche preoccupazione negli ambienti politici: il 12 gennaio 1999, Enrico Nistri, consigliere della provincia di Firenze di Alleanza Nazionale, presentò un'interpellanza in merito (da segnalare, per inciso, che il "caso Montebeni" e in seguito il "caso Rete Toscana Classica" verranno sempre presi a pretesto dai diversi schieramenti politici per contestare o invece lodare l'azione politica delle forze governative). Nistri portava quindi l'attenzione del consiglio provinciale di Firenze sulla vendita delle frequenze di Montebeni, con l'invito rivolto al Presidente della Giunta provinciale e all'assessore alla cultura "ad intervenire a sostegno dell'emittente tramite la concessione di contributi, il patrocinio di eventuali concerti, la sottoscrizione di abbonamenti (almeno uno per ogni scuola superiore di competenza della Provincia) e la concessione di pubblicità istituzionale".

Le richieste di Nistri non vennero accolte mentre intanto procedeva il passaggio di consegna delle frequenze della radio di classica: nel 2000 l'editore Giunti le vende al gruppo Poligrafici Editoriale (proprietario, fra l'altro, del quotidiano La Nazione). L'ultimo passaggio di proprietà che porterà poi alla chiusura definitiva dell'emittente regionale di classica, si registra il 13 novembre 2001 quando nuovo titolare delle frequenze diventa Loriano Bessi, imprenditore toscano già ideatore di Radio Cuore Solo musica italiana. L'affare frutta alla Poligrafici editoriale 22 miliardi di lire 16 e sulle frequenze che prima trasmettevano le note della "musica colta", vennero proposti ritmi " dance" e musica da discoteca. Così racconta Elisabetta Torselli in un articolo pubblicato su Il Giornale della Musica l'ultimo giorno di trasmissioni per Radio Montebeni: "La transazione, che di per sé non implicava un cambio di proprietà (peraltro ipotizzabile trattandosi di quell'imprenditore, ma Giunti e i suoi sostengono di non essere stati informati di niente) era destinata a diventare operativa il 14 dicembre 2001, ed è esattamente il 14 dicembre 2001 che i nuovi proprietari si sono presentati a spegnere Montebeni, a cambiare le serrature degli studi, e a sfrenare la dance, "senza lasciarci nemmeno la possibilità di fare una trasmissione d'addio per i nostri ascoltatori di sempre", commenta Giunti". Se la serrata di radio Montebeni è arrivata quasi all'improvviso, era comunque da molto tempo che Giunti lanciava ricorrenti allarmi sul futuro finanziario della radio. C'erano state iniziative anche clamorose come, nell'estate del 2001, una raccolta di firme (a migliaia) in piazza della Signoria a Firenze, poi consegnate agli amministratori locali. Ancora pochi mesi prima della chiusura dell'emittente di classica gli appassionati ascoltatori da ogni parte della regione sommersero il Comune di Firenze con oltre tremila fax perché rispondesse alle richieste di aiuto ripetute annualmente da Radio Montebeni.

Nella Toscana dei campanili, Radio Montebeni è una creatura tutta fiorentina. Non poteva non nascere nella Firenze dei primi anni '80 così attenta a cercare un rinnovato rapporto con la musica, con un'indubbia presenza di una molteplicità di iniziative che testimoniano la vitalità del tessuto musicale fiorentino. A partire dal 1974 quando a Fiesole prende vita l'esperienza della scuola di musica che, sotto la direzione di Piero Farulli, ha un'attenzione particolare soprattutto per la musica nuova. Ancora nel 1980 nasce l'Ort, la migliore orchestra sinfonica della Toscana che gode tutt'ora di ottima salute e riesce concretamente a tenere concerti in tutti i capoluoghi della Regione, da Carrara a Grosseto. Nella Firenze degli anni'80 c'è anche posto per la sperimentazione musicale, con il Centro elettronico che assume poi il significativo nome di "Tempo reale" (fondato nel 1987), il "Gruppo Italiano di Musica Contemporanea", il gruppo " Musicus Concentus", che spazia nella musica "di confine" e include, tra l'altro, il jazz nella sua offerta musicale; l'Accademia San Felice; il gruppo "Homme Armé", specializzato nella musica antica. Ma poi ancora istituzioni fondamentali della didattica e della promozione della musica giovanile come il " Lyceum" , l'Accademia Chigiana di Siena, l'A.g.i.m.u.s, il Centro Studi Musicali "Ferruccio Busoni" di Empoli, il Centro dell'Arte "Vito Frazzi" di Scandicci, il Gabinetto "G. P Vieusseux". Ma la "fiorentinità" di Radio Montebeni si ritrova anche e soprattutto nell'azione di quei " mecenatini" della classe borghese e aristocratica che, orgogliosi della propria città, hanno permesso che per vent'anni potesse andare avanti un'esperienza unica nel panorama radiofonico come quella, appunto, di Montebeni.