1979 - L'AVVENTO DI RAI TRE - 2009

IL PRIMO GIORNO DI TRASMISSIONI DELLA TERZA RETE

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tratto da Wikipedia

Dopo oltre un anno di sperimentazioni, Rai Tre iniziò le proprie trasmissioni regolari alle ore 18,30 del 15 dicembre 1979, mezz'ora prima dell'esordio del TG3. Direttore della Rete era Giuseppe Rossini. Direttore del TG3 (dal quale ora dipendono le venti redazioni regionali, che tuttavia rimangono terminali degli altri telegiornali e del giornale radio) era Biagio Agnes, condirettore Sandro Curzi, vicedirettori Alberto La Volpe e Orazio Guerra.

All'inizio il servizio raggiungeva tutti i capoluoghi di regione e il 45% della popolazione italiana. La programmazione si aggirava tra le cinque e le sei ore quotidiane, dedicate perlopiù a programmi "curati dal dipartimento scuola-educazione". Il Telegiornale aveva una sola edizione serale di 30 minuti.

Rete e TG, oltre alla diretta, facevano largo impiego della registrazione videomagnetica (RVM). Il Telegiornale aveva una apertura a diffusione nazionale di dieci minuti per la informazione italiana ed estera curata da una redazione centrale romana. Seguivano venti minuti prodotti autonomamente dalle redazioni regionali e trasmessi sul solo territorio di competenza. La redazione romana aveva a disposizione ogni settimana due spazi di un'ora per l'approfondimento (responsabile Cesare Viazzi) e per lo sport (responsabile Aldo Biscardi). Nel palinsesto della Rete erano riservate alle Sedi regionali due mezze ore settimanali perché potessero realizzare e diffondere programmi di interesse locale. Nel 1982 da Rete 3 fu ribattezzata Rai Tre, in concomitanza con la nascita del suo logo, il tetraedro verde. Biagio Agnes fu nominato prima Vicedirettore Generale, poi Direttore Generale della RAI (1982-1990) e alla direzione del TG3 gli succedette Luca Di Schiena.

Il 9 aprile 1987 fu attuata la riforma che equipara la programmazione di Rai Tre a quelle delle altre due reti TV dividendo il TG3 in due distinte testate indipendenti: il TG3 (direttore Sandro Curzi) si affianca al TG1 e al TG2 mentre nasce la Testata Giornalistica Regionale (TGR, Direttore Piervincenzo Porcacchia) per la gestione di tutte le redazioni giornalistiche regionali con i rispettivi telegiornali e giornali radio.

Inizialmente, la terza rete non prevedeva la partecipazione delle annunciatrici storiche RAI, le cosiddette signorine buonasera. In seguito furono invece coinvolte: con la direzione di Guglielmi, apparivano in bianco e nero fra grandi virgolette rosse agli angoli dello schermo. Fino al 1999, gli annunciatori ufficiali della terza rete Rai e del TG3 sono stati Augusto Lombardi e Liliana Ursino che leggevano, tra l'altro, le Previsioni del Tempo.

tratto dalla tesi del Dr. Menichini Fernando

Nata per legge, sabotata per interesse, realizzata per scommessa RAI 3 avrebbe dovuto avere una programmazione a carattere regionale pure nella messa in onda della pubblicità. Non fu così anche perché esistevano, già da tempo, le TV locali ad ambito regionale che assolvevano egregiamente questo compito e a tariffe più competitive.

La terza rete diventò la TV regionale a programmazione nazionale. Nel periodo del monopolio la TV si rivolgeva ad un pubblico omogeneo in continua crescita quantitativa e qualitativa. Con l’avvento della TV commerciale si verranno a creare gusti ed interessi sempre più frammentari; fenomeno dovuto anche al fatto della scolarità di massa e del benessere economico.

Da una domanda così diversificata e cresciuta il monopolio sarebbe stato un vestito troppo stretto. La dimensione radio-televisiva locale non è solo un tipo di comunicazione più ristretta territorialmente, o più vicina alla gente, è un terreno su cui si verificano le possibilità di una sempre maggiore presenza della popolazione nella gestione del processo informativo, nel superamento del suo carattere unidirezionale, nella crescita del suo carattere.

tratto dal sito ansa.it

Raitre, la terza rete televisiva della radiotelevisione pubblica, nasce alle 18,30 del 15 dicembre 1979, mezz'ora prima dell'esordio del Tg3 che andava in onda in unica edizione serale. Il direttore di rete si chiamava Giuseppe Rossini, di area fanfaniana, e a dirigere il primo Tg3 era Biagio Agnes, futuro direttore generale della Rai della sinistra Dc, condirettore Alessandro Curzi di area Pci, vicedirettori Alberto La Volpe (Psi) e Orazio Guerra. Quel primo tg, aveva la sigla breve breve, sul fondo grigio chiaro con la scritta Rai Regione, le due lettere TG e poi le tre linee in blu sfumato. Raitre raggiungeva tutti i capoluoghi di regione e solo il 35% della popolazione italiana, con ascolti non oltre le 400 mila anime.

Una vocazione di nicchia che è rimasta un po' nel Dna della rete, che ha poi declinato questo tema negli anni successivi lanciando la tv di servizio e quella culturale grazie soprattutto alla direzione di Angelo Guglielmi. Tutto cambiò dal 5 marzo del 1987 quando il Cda della Rai realizza quella che Aldo Grasso definisce "la lottizzazione perfetta" e nomina Rossini (Dc) direttore di Raiuno, Luigi Locatelli (Psi) direttore di Raidue e Angelo Guglielmi (Pci), direttore di Raitre. Del Tg3 diventa direttore Curzi e la rete viene subito ribattezzata Telekabul. La guerra della Rai con le emittenti private di Silvio Berlusconi è asprissima, alla Finivest passano Raffaella Carrà e Pippo Baudo. La prima preoccupazione di Guglielmi è quella di raggiungere almeno quel 70% della popolazione che dovrebbe coprire il segnale di Raitre ma che è "solo sulla carta anche a causa delle molte interferenze delle tv locali". Parte così il suo autunno "spettacolare", con Corrado Augias, Giuliano Ferrara, Alessandro Benvenuti, Gianni Minà, Aldo Biscardi, Folco Quilici. Non mancano le grandi firme del giornalismo, Biagi, Zavoli, Barbato con il suo Và pensiero. Arrivano Telefono giallo, l'ambientalismo di Geo, le inchieste, la comicità d'autore e la prima rubrica di spettacolo della tv pubblica. Il programma dell'anno è senza dubbio Samarcanda di Michele Santoro che rappresenta l'informazione impegnata di Raitre, un filone di assoluto successo della rete che arriva fino ai grandi numeri di auditel degli ultimi anni con Giovanni Floris e il suo Ballarò.

Informazione declinata in tutte le sue forme in programmi storici come Bar condicio, Milano Italia e Profondo Nord di Gad Lerner, Chi l'ha visto?, fino a In1/2 ora di Lucia Annunziata e Report di Milena Gabanelli, passando per le rubriche del Tg3 come Primo piano. Per non dimenticare la satira, per la quale Raitre è stata una vera e propria scuola, dalla Tv delle ragazze ad Avanzi, a Parla con me. Per non parlare del dissacrante Blob e del programma che a molti ha fatto riscoprire la notte, come Fuori Orario. Ma forse più di ogni altro è Che tempo che fa di Fabio Fazio, programma di maggiore successo della storia di Raitre, a sintetizzarne l'anima. Nel 1994, dopo qualche difficoltà già con il Cda dei professori presieduto da Claudio Dematté, Guglielmi viene sostituito da Gianni Locatelli nominato da consiglio di Letizia Moratti, a sua volta scelto dai presidente delle Camere del primo governo Berlusconi. Sarà lui però a definire l'identità della rete nel cui solco, i pur validi direttori di rete degli anni successivi, si sono mossi dando vita a programmi di primo piano che forse, più di quelli di Guglielmi, hanno sfondato anche il muro dell'auditel permettendo a Raitre di vincere addirittura la prima serata su tutte le reti, come è accaduto a Ballarò nell'ultima settimana. Alla guida nel 1996 è Gianni Minoli. Nasce Report ma tra le sue creature più longeve sulla terza rete c'é Un posto al sole, soap di ambientazione partenopea. Con il consiglio presieduto da Roberto Zaccaria la rete è di Francesco Pinto (1998-2000), che riporta a nuova vita il pomeriggio dei ragazzi con la creativa Melevisione. Segue Giuseppe Cereda (2002-2002), poi a Raitre arriva Paolo Ruffini che da pochi giorni ha lasciato il testimone ad Antonio Di Bella, già direttore del Tg3 che completa l'esperienza della rete.