This text will be replaced
|
Dagli
splendidi e un po' autarchici neologismi di Nicolo' Carosio, fino ai
ruggiti dotti di Sandro Ciotti, senza tralasciare peraltro Nando
Martellini ne' il quasi leggendario Enrico Ameri, il calcio via etere era
sempre restato un'esclusiva dell'emittenza pubblica. Cosi almeno fino a
metà degli anni settanta. Ebbene cosa sarebbero state le emittenti
private fu proprio il calcio a testimoniarlo per primo. Nel febbraio
del 1976, mentre ancora la gente doveva abituarsi alle radio private, sui
teleschermi cominciavano a fare capolino i primi monoscopi diversi, le
avvisaglie dell'altra televisione. Qualche anno prima Mauro Montagni aveva
lanciato l'esperimento di Firenze Libera. Fra Tele Libera Firenze e Canale
48 ci fu un testa a testa per entrare "da primi" nella storia.
Nell'ultima settimana di febbraio le due emittenti, da una parte Mauro
Ballini, dall'altra il solito Mauro Montagni, diedero fuoco alle polveri.
Ero con TLF e, trovandoci alla vigilia di un Fiorentina-Juventus,
esordimmo con un'intervista a Carlo Mazzone, allora tecnico della
Fiorentina. Fu un calvario. Tra i "magara" che Carletto ci
propinava con beata disinvoltura, l'audio che non riusciva ad essere in
sincrono con il video, quell'intervista praticamente non riusci' mai a
diventare un tutt'uno.
|
Videoclip
del 1994 tratto dalla trasmissione di Tele 37 " Goal 37 " condotta da
Michel Isler
|
Ci
accorgemmo subito che per fare televisione, nonostante fossimo dei
pionieri tipo Far West, il calcio era materia essenziale. Nacque l'idea
del primo talk show interamente dedicato alla Fiorentina. Il presupposto
era molto semplice: la televisione doveva essere il mezzo per avvicinare i
giocatori ai loro tifosi, a portata di teleschermo. Il telefono la chiave
per entrare nello spettacolo. Tutto lontano dalla partita, fuori dal gioco
: Fuorigioco. Andavamo in scena il martedi sera. Due sedie
girevoli, un tavolino e alle nostre spalle un pannello fotografico che gli
amici dell'Italfotogieffe ci avevano preparato: una proiezione di
silhouette di Giancarlo Antognoni, tutto rigorosamente in bianco e nero.
|
Giordano
Goggioli e Massimo Sandrelli a Fuorigioco (foto e video
del 1987)
|
I giocatori, dopo
qualche timore iniziale, superando le proprie timidezze, accettarono l'idea
di quell'inedito esame-finestra. Le domande erano spesso banali. Il
confronto in diretta non metteva in difficoltà solo i giocatori ma anche i
telespettatori. Parole e pallone per un'ora e poi l'appuntamento alla
settimana successiva. Dirigenti, tecnici e personaggi della città si
alternavano, cimentandosi in questa nuova e affascinante giostra-salotto. L'anno
successivo al mio fianco venne a sedersi un grande personaggio, grande
dirigente sportivo ma sopratutto grande giornalista. Giordano Goggioli
rappresentava la storia proiettata verso il futuro, noi più semplicemente
dei cronisti alle prese con un media tutto nuovo quanto maledettamente
affascinante. E quanto virulenta fosse la forza del teleschermo lo puo'
testimoniare la cronaca di un pesce d'aprile. L'idea era quella di
emulare per certi versi Orson Welles. Lui aveva gettato nel panico una
città raccontando, via radio, un fantomatico sbarco dei marziani. Noi,
molto piu' semplicemente, volevamo far conoscere Telelibera Firenze. Cosi,
con tutte le cautele di legge, il 31 marzo 1976, alle ventidue interrompemmo
le trasmissioni. Un nostro collega da' un annuncio: "E' successo un
fatto inspiegabile. Non si trova più Giancarlo Antognoni". A quel
punto entriamo in scena Domenico Caso e io. Raccontiamo che Antognoni non si
era presentato all'appuntamento e che, preoccupati dell'inspiegabile
ritardo, dopo due ore avevamo deciso, con la società, di rivolgere un
appello. "Solo chi ha delle notizie vere si faccia vivo". Una
raccomandazione che naturalmente non servi' praticamente a niente. Fummo
sommersi dalle chiamate. Antognoni veniva segnalato un po' dovunque. Verso
la fine proponemmo il racconto di un "anonimo" (altri non era che
un nostro tecnico ben addestrato allo scopo) che si proponeva come testimone
oculare di un rapimento. Misi tutto l'impegno e il ghigno sadico per dargli
del bugiardo, scatenando nei telespettatori l'effetto compassione.
Continuavo a gridargli in faccia: "Lei racconta il falso" senza
lasciargli lo spazio di una replica. Dopo dieci minuti dalla mezzanotte,
cioe' ormai il primo aprile, tra l'altro il giorno del compleanno di
Giancarlo Antognoni, dalla regia fu messo in onda l'ampex con l'annuncio
della beffa. Giancarlo, insieme a noi, invitava tutti al brindisi :
"Scusate per lo scherzo e auguri ...".
|
Michel Isler
conduce Goal 37 su Tele 37
Vincenzo
Macilletti conduceva la trasmissione Centrocampo su Teleregione |
La
televisione spodestò praticamente subito "sorella radio". Si
impadronì del calcio e ne fece un proprio dominio pressoche' assoluto.
Tutte le emittenti private cominciarono a produrre trasmissioni di calcio.
Telelibera Firenze e poi Canale 48, Teleregione, Tele 37, ovunque da una
domenica all'altra, c'erano "spazi pallone" un po' tutta la
settimana. Un'intera generazione di giornalisti o di apprendisti tali è
nata sotto l'egida delle trasmissioni sportive. Ma c'erano anche giornalisti
dai capelli grigi che si divertivano a cimentarsi in questa nuova
disciplina. Giordano Goggioli era stato responsabile della redazione
sportiva de La Nazione per lungo tempo, poi condirettore del Giornale
d'Italia. Incontro' la televisione quasi per caso, alla fine del 1976. Fu un
innamoramento da colpo di fulmine. Cosi il suo temperamento leonino, che
sulla stampa spesso restava prigioniero tra le righe dei suoi articoli, in
televisione risaltava tutto. Oggi si puo' dire che sia stato il primo grande
provocatore. Con le sue salaci battute teneva i protagonisti sulla
graticola. Dirigenti e giocatori temevano i suoi strali. Al Conte Flavio
Callisto Pontello, nel giorno del suo compleanno, regalarono una cornice
d'argento, di quelle a due foto, con da una parte il ritratto di Giordano,
l'allora centravanti della Lazio e uno degli obiettivi della Fiorentina, e
dall'altra la foto di Giordano Goggioli. La dedica era : " ... i
Giordano della tua vita ... ".
E
proprio pochi mesi dopo l'avvento dei Pontello alla Fiorentina, Flavio
Callisto Pontello fu protagonista, a Telelibera Firenze nella trasmissione
Fuorigioco, di una serata memorabile. Fu l'occasione di presentare il
proprio manifesto di idee e di programmi. In quel momento sembrarono tutte
battute paradossali. Invece bisogna dire che molti di quei punti e di quegli
acquisti furono portati a termine, anche se il piu' importante di quegli
obiettivi sfuggì alla Fiorentina quasi per un'inezia. La tivù, anche
quella volta, servì a fissare un momento e un impegno. La
televisione, come la radio da parte sua, è servita a dare una nuova
immagine del calcio, dei giocatori e dei dirigenti. Insomma, mai come in
questo caso, si può dire che il mezzo televisivo sia stato e sia davvero un
media per collegare la gente, i suoi idoli e la società, assolvendo alla
propria primaria funzione; un'opera che solo le emittenti private, non certo
la RAI, potevano svolgere. Una funzione importantissima, assolutamente
prioritaria. Si
può con concludere proprio con un omaggio a un grande giornalista del
passato, Maurizio Barendson. Lui era stato il primo giornalista sportivo
dello schermo. Un giorno, già gravemente ammalato, mentre si discuteva
dell'argomento mi disse: "Il futuro è dell'emittenza privata e il
calcio dovrà fare i conti con questa nuova realtà, anche se ora tutti
sembrano snobbare questi nuovi mezzi. Il futuro è già segnato". Ma
quale sarà il futuro del futuro ?
|