TV E CALCIO A FIRENZE


di Massimo Sandrelli - tratto dal libro "Una partita per la leggenda" di Luca Giannelli (1995) - Edizioni Scramasax

 

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Dagli splendidi e un po' autarchici neologismi di Nicolo' Carosio, fino ai ruggiti dotti di Sandro Ciotti, senza tralasciare peraltro Nando Martellini ne' il quasi leggendario Enrico Ameri, il calcio via etere era sempre restato un'esclusiva dell'emittenza pubblica.
Cosi almeno fino a metà degli anni settanta. Ebbene cosa sarebbero state le emittenti private fu proprio il calcio a testimoniarlo per primo.
Nel febbraio del 1976, mentre ancora la gente doveva abituarsi alle radio private, sui teleschermi cominciavano a fare capolino i primi monoscopi diversi, le avvisaglie dell'altra televisione. Qualche anno prima Mauro Montagni aveva lanciato l'esperimento di Firenze Libera. Fra Tele Libera Firenze e Canale 48 ci fu un testa a testa per entrare "da primi" nella storia. Nell'ultima settimana di febbraio le due emittenti, da una parte Mauro Ballini, dall'altra il solito Mauro Montagni, diedero fuoco alle polveri.
Ero con TLF e, trovandoci alla vigilia di un Fiorentina-Juventus, esordimmo con un'intervista a Carlo Mazzone, allora tecnico della Fiorentina. Fu un calvario. Tra i "magara" che Carletto ci propinava con beata disinvoltura, l'audio che non riusciva ad essere in sincrono con il video, quell'intervista praticamente non riusci' mai a diventare un tutt'uno.


Videoclip del 1994 tratto dalla trasmissione di Tele 37 " Goal 37 " condotta da Michel Isler


Ci accorgemmo subito che per fare televisione, nonostante fossimo dei pionieri tipo Far West, il calcio era materia essenziale. Nacque l'idea del primo talk show interamente dedicato alla Fiorentina. Il presupposto era molto semplice: la televisione doveva essere il mezzo per avvicinare i giocatori ai loro tifosi, a portata di teleschermo. Il telefono la chiave per entrare nello spettacolo. Tutto lontano dalla partita, fuori dal gioco : Fuorigioco.
Andavamo in scena il martedi sera. Due sedie girevoli, un tavolino e alle nostre spalle un pannello fotografico che gli amici dell'Italfotogieffe ci avevano preparato: una proiezione di silhouette di Giancarlo Antognoni, tutto rigorosamente in bianco e nero.




Giordano Goggioli e Massimo Sandrelli a Fuorigioco (foto e video del 1987)


I giocatori, dopo qualche timore iniziale, superando le proprie timidezze, accettarono l'idea di quell'inedito esame-finestra. Le domande erano spesso banali. Il confronto in diretta non metteva in difficoltà solo i giocatori ma anche i telespettatori. Parole e pallone per un'ora e poi l'appuntamento alla settimana successiva. Dirigenti, tecnici e personaggi della città si alternavano, cimentandosi in questa nuova e affascinante giostra-salotto.
L'anno successivo al mio fianco venne a sedersi un grande personaggio, grande dirigente sportivo ma sopratutto grande giornalista. Giordano Goggioli rappresentava la storia proiettata verso il futuro, noi più semplicemente dei cronisti alle prese con un media tutto nuovo quanto maledettamente affascinante. E quanto virulenta fosse la forza del teleschermo lo puo' testimoniare la cronaca di un pesce d'aprile.
L'idea era quella di emulare per certi versi Orson Welles. Lui aveva gettato nel panico una città raccontando, via radio, un fantomatico sbarco dei marziani. Noi, molto piu' semplicemente, volevamo far conoscere Telelibera Firenze. Cosi, con tutte le cautele di legge, il 31 marzo 1976, alle ventidue interrompemmo le trasmissioni. Un nostro collega da' un annuncio: "E' successo un fatto inspiegabile. Non si trova più Giancarlo Antognoni". A quel punto entriamo in scena Domenico Caso e io. Raccontiamo che Antognoni non si era presentato all'appuntamento e che, preoccupati dell'inspiegabile ritardo, dopo due ore avevamo deciso, con la società, di rivolgere un appello. "Solo chi ha delle notizie vere si faccia vivo". Una raccomandazione che naturalmente non servi' praticamente a niente. Fummo sommersi dalle chiamate. Antognoni veniva segnalato un po' dovunque. Verso la fine proponemmo il racconto di un "anonimo" (altri non era che un nostro tecnico ben addestrato allo scopo) che si proponeva come testimone oculare di un rapimento. Misi tutto l'impegno e il ghigno sadico per dargli del bugiardo, scatenando nei telespettatori l'effetto compassione. Continuavo a gridargli in faccia: "Lei racconta il falso" senza lasciargli lo spazio di una replica. Dopo dieci minuti dalla mezzanotte, cioe' ormai il primo aprile, tra l'altro il giorno del compleanno di Giancarlo Antognoni, dalla regia fu messo in onda l'ampex con l'annuncio della beffa. Giancarlo, insieme a noi, invitava tutti al brindisi : "Scusate per lo scherzo e auguri ...".




Michel Isler conduce Goal 37 su Tele 37 

Vincenzo Macilletti conduceva la trasmissione Centrocampo su Teleregione


La televisione spodestò praticamente subito "sorella radio". Si impadronì del calcio e ne fece un proprio dominio pressoche' assoluto. Tutte le emittenti private cominciarono a produrre trasmissioni di calcio. Telelibera Firenze e poi Canale 48, Teleregione, Tele 37, ovunque da una domenica all'altra, c'erano "spazi pallone" un po' tutta la settimana. Un'intera generazione di giornalisti o di apprendisti tali è nata sotto l'egida delle trasmissioni sportive. Ma c'erano anche giornalisti dai capelli grigi che si divertivano a cimentarsi in questa nuova disciplina. Giordano Goggioli era stato responsabile della redazione sportiva de La Nazione per lungo tempo, poi condirettore del Giornale d'Italia. Incontro' la televisione quasi per caso, alla fine del 1976. Fu un innamoramento da colpo di fulmine. Cosi il suo temperamento leonino, che sulla stampa spesso restava prigioniero tra le righe dei suoi articoli, in televisione risaltava tutto. Oggi si puo' dire che sia stato il primo grande provocatore.
Con le sue salaci battute teneva i protagonisti sulla graticola. Dirigenti e giocatori temevano i suoi strali. Al Conte Flavio Callisto Pontello, nel giorno del suo compleanno, regalarono una cornice d'argento, di quelle a due foto, con da una parte il ritratto di Giordano, l'allora centravanti della Lazio e uno degli obiettivi della Fiorentina, e dall'altra la foto di Giordano Goggioli. La dedica era : " ... i Giordano della tua vita ... ".

E proprio pochi mesi dopo l'avvento dei Pontello alla Fiorentina, Flavio Callisto Pontello fu protagonista, a Telelibera Firenze nella trasmissione Fuorigioco, di una serata memorabile. Fu l'occasione di presentare il proprio manifesto di idee e di programmi. In quel momento sembrarono tutte battute paradossali. Invece bisogna dire che molti di quei punti e di quegli acquisti furono portati a termine, anche se il piu' importante di quegli obiettivi sfuggì alla Fiorentina quasi per un'inezia. La tivù, anche quella volta, servì a fissare un momento e un impegno.

La televisione, come la radio da parte sua, è servita a dare una nuova immagine del calcio, dei giocatori e dei dirigenti. Insomma, mai come in questo caso, si può dire che il mezzo televisivo sia stato e sia davvero un media per collegare la gente, i suoi idoli e la società, assolvendo alla propria primaria funzione; un'opera che solo le emittenti private, non certo la RAI, potevano svolgere. Una funzione importantissima, assolutamente prioritaria.

Si può con concludere proprio con un omaggio a un grande giornalista del passato, Maurizio Barendson. Lui era stato il primo giornalista sportivo dello schermo. Un giorno, già gravemente ammalato, mentre si discuteva dell'argomento mi disse: "Il futuro è dell'emittenza privata e il calcio dovrà fare i conti con questa nuova realtà, anche se ora tutti sembrano snobbare questi nuovi mezzi. Il futuro è già segnato". Ma quale sarà il futuro del futuro ?

 


A sinistra : Sandro Nelli e Gino Croce, alle telecamere di Telelibera Firenze riprendono un incontro della Fiorentina

A destra : 1978 - torre di Maratona con Roberto Orioli, i cameramen di Canale 48 e il telecronista Sandro Nelli